Maran a TPI: “Il futuro di Milano? Non contano le alleanze, ma le persone. Beppe Sala si ricandiderà”
L'assessore all'urbanistica di Milano in quota Pd ha organizzato tre giorni di dibattiti che delineano i cardini sui quali impostare la politica dei prossimi anni: "Il tema delle alleanze tra partiti non è prioritario: vinceremo se sapremo coinvolgere chi è attivo nel proprio quartiere. Le voci sul futuro del Sindaco? Non mi sono piaciute, ma sono convinto che si ricandiderà"
TPI intervista l’assessore Pd Pierfrancesco Maran
Tre serate nella Milano d’agosto per progettare il futuro della politica guardandosi in faccia. Questo è il senso dell’iniziativa organizzata da Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica del Comune di Milano, da martedì 18 a giovedì 20 agosto all’East River, locale affacciato sulla Martesana, in zona Turro. Una location particolare per il confronto politico: si può anche noleggiare una canoa o giocare a ping-pong nelle pause dei vari panel, che affronteranno temi centrali per la vita della città, anche in previsione delle elezioni della prossima primavera.
A TPI, Maran spiega di aver pensato a questo insolito format per una motivazione precisa: “A causa del Covid-19, per mesi abbiamo parlato di politica solamente online. Avevo voglia di tornare a discutere guardandoci in faccia e mi è sembrato altrettanto importante dare una possibilità di far sentire la propria voce anche ai tanti cittadini che quest’anno sono rimasti a Milano. Spesso queste persone sono anche quelle che hanno meno chance di essere ascoltate”, spiega l’esponente dem.
Si comincia oggi, martedì 18 agosto, con tre dibattiti dedicati rispettivamente a giovani, sostenibilità ambientale e città metropolitana. Tra gli interventi, quello della vicesindaco Anna Scavuzzo e della parlamentare Chiara Braga (in quota Pd), nonché del Presidente di CAP Holding Alessandro Russo. Mercoledì 19 invece si discuterà di scuola, cultura, turismo ed elezioni americane, con l’avvocato Carlo Cerami (Consigliere di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti), il Presidente di UISP Milano Antonio Iannetta, la consigliera comunale Anita Pirovano, l’assessore Paolo Limonta (Milano Progressista) e l’assessore alla cultura Filippo Del Corno (Pd), che ha annunciato di non volersi ricandidare per tornare ad occuparsi tempo pieno di musica.
La serata conclusiva sarà dedicata ai temi del lavoro, con un particolare focus sullo smart-working e gli interventi di Chiara Bisconti (presidente di Milanosport), il sociologo Alessandro Rosina, l’assessora alle attività produttive Cristina Tajani, il sindacalista Massimo Bonini, il consigliere regionale Pietro Bussolati e la segretaria provinciale del Pd Silvia Roggiani. Dopo la cena con Saturnino Celani, bassista della band di Jovanotti, ci sarà anche una riflessione sulla ripresa dei lavori a Palazzo Marino, con il confronto tra Maran e Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio Comunale meneghino.
I temi prescelti scaturiscono principalmente dalle materie affrontate da Maran nei suoi due mandati in Giunta, ma soprattutto dalla visione del futuro di Milano: “Negli anni Dieci del Duemila, la nostra città ha dimostrato di sapere innovare – spiega l’assessore – Il Coronavirus ha provocato una frenata che non dipende da responsabilità locali, visto che lo stesso fenomeno si osserva anche in altre metropoli come Londra e New York. Quello che è successo, però, ci impone di ripensare il modello di sviluppo, basandolo su verde, acqua, rilancio dei quartieri, scuola, cultura e lavoro. I temi in discussione in queste serate erano in secondo piano appena un anno fa, ma oggi rappresentano i pilastri sui quali ricalibrare il progetto della città”.
Cosa risponde a chi ha criticato l’assenza di un panel specifico legato alle periferie, che pure rappresenta un tema cruciale anche in vista delle prossime elezioni?
Non credo che sia una critica motivata, in quanto uno dei temi da dibattere è proprio la valorizzazione della vita nei quartieri. Pensando anche al luogo dove si svolge l’evento, mi chiedo: qual è il confine tra viale Monza, sul territorio di Milano, e Sesto San Giovanni? Quando parliamo di un’idea di città nella quale ogni quartiere abbia i servizi a propria disposizione nel raggio di un quarto d’ora di strada, intendiamo proprio la necessità di valorizzare la specificità di ciascun quartiere.
È difficile parlare del futuro di Milano senza prendere in considerazione quello di Beppe Sala, anche se oggi per lui è un giorno di lutto. Cosa ha pensato leggendo l’ipotesi fatta questa mattina da “Il Fatto Quotidiano”, secondo la quale il Sindaco sarebbe intenzionato a lasciare Palazzo Marino per andare a dirigere il nuovo gestore della rete telefonica?
Sono convinto che Sala si ricandiderà. E mi è davvero dispiaciuto leggere quell’articolo in un giorno come questo, nel quale il Sindaco non poteva certo prestarsi al chiacchericcio (oggi si sono svolti i funerali della Signora Stefania Beretta, mamma di Beppe Sala, ndr).
Tornando ai temi in discussione, lei è d’accordo con chi sostiene che la crisi innescata dal Covid-19 abbia di fatto cancellato quanto realizzato dalle due giunte di centrosinistra delle quali ha fatto parte e che oggi si debba, in buona sostanza, ricominciare da capo?
No, non si tratta di ricominciare, perché le città vanno sempre avanti. Semmai, bisogna capire come andare avanti in maniera diversa. Personalmente credo al fatto che le alleanze formali tra i partiti contino sempre meno e che incida molto di più la capacità di coinvolgere le persone motivate. Credo e spero che Sala si ricandidi Sindaco e credo anche che chi vuole sostenerlo debba trovare spazio: sia nel senso che deve essere ascoltato, sia facendo in modo che esso stesso possa assumere un ruolo attivo di rappresentanza.
Sta proponendo una maggiore apertura alla cosiddetta “società civile”?
A dire il vero, il termine “società civile” non mi è mai piaciuto granché, ma al contrario mi piace molto l’idea che i tanti cittadini attivi nei propri quartieri possano essere attivi anche in politica.
In questo modo, si supera anche il dibattito degli ultimi giorni sulla possibile alleanza con il Movimento Cinque Stelle anche a livello locale, giusto?
Come ho detto, non credo che si vinca grazie alle alleanze tra i partiti. Si vince se si dimostra che lo sviluppo economico e quello ambientale stanno insieme. Se si danno le giuste attenzioni al mondo della scuola. Se la considerazione dei bambini diventa centrale nella nostra quotidianità. Il tema delle alleanze non è prioritario, rispetto a una vera capacità di mobilitazione della città. Penso ad esempio ai tanti gruppi di cittadini che nel 2020 ci hanno stimolato a creare il progetto delle “piazze aperte”: sarebbe bello che nel 2021 alcuni di questi cittadini potessero diventare protagonisti della loro realizzazione concreta. Storicamente, a Milano la militanza partitica è sempre stata inferiore rispetto a quella civica.
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