Migranti, Meloni sullo scontro con la Francia: “Reazione dell’Eliseo incomprensibile”
“Le mie parole volevano essere un gesto distensivo”: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parla di “incomprensioni” con la Francia in merito allo sbarco della nave ong Ocean Viking, che dopo aver atteso quasi tre settimane al largo delle coste della Sicilia si è poi diretta verso Tolone, dove è attraccata questa mattina. Il caso aveva generato tensioni diplomatiche con l’Eliseo, che aveva parlato di una “condotta irresponsabile” assunta da Palazzo Chigi. “Sono rimasta molto colpita dalla reazione aggressiva del governo francese, incomprensibile e ingiustificabile – sottolinea la premier nella conferenza stampa post Consiglio dei Ministri – ci sono state delle incomprensioni, la Francia aveva dichiarato che avrebbe accolto la Ocean Viking e non avrebbe fatto una selezione, come invece sarebbe avvenuto in Italia, questa notizia non è stata smentita per 8 ore e quindi io ho detto ‘grazie per il gesto di solidarietà’. Le mie parole volevano essere un gesto distensivo”.
Il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ieri aveva annunciato che il Paese avrebbe consentito l’attracco “in via del tutto eccezionale”. “Io credo che valga la pena mettere insieme due numeri – ha aggiunto Meloni – la nave Ong Ocean Viking che oggi attracca in Francia è la prima nave di una Ong che abbia mai attraccato in Francia con 230 migranti. Questo ha generato una reazione molto dura nei confronti dell’Italia che ha fatto entrare quasi 90mila emigranti. “Si ritiene che l’Italia per scelta di tutti gli altri sia l’unico porto possibile di sbarco per i migranti che arrivano dall’Africa? Io non credo che non sia giusto. A chi dice che non siamo uno stato Ue responsabile, dico che mentre si discuteva dell’Ocean Viking ha fatto sbarcare 600 persone nello stesso giorno”.
Immediata la reazione di Parigi: “Con l’Italia si è rotta la fiducia”, ha detto la segretaria di Stato francese agli Affari Ue Laurence Bonne a France Info. Boone ha ricordato che Roma “si era impegnata nel meccanismo di solidarietà Ue” e che “i trattati si applicano al di là della vita di un governo, altrimenti se dovessimo cambiare ogni volta le regole sarebbe insostenibile”. La soluzione, per la premier Meloni, è che l’Italia non possa essere considerato l’unico Paese a occuparsi di migranti. “Ora tre cose possiamo fare: possiamo decidere che siamo l’unico porto d’Europa ma non sono d’accordo, non ho avuto questo mandato. Ipotesi due: non credo che si debba litigare ogni volta con Francia, Grecia… L’unica soluzione comune, e ne ho parlato con Macron, Germania e Ue, è la difesa dei confini esterni dell’Ue, bloccare le partenza, aprire hotspot. Abbiamo speso milioni di euro per aiutare la Turchia, ora serve una soluzione europea”.