Vorrei nascere Giorgia Meloni: analisi di una leader che fa politica imitando Salvini. E nemmeno ci riesce
Giuro che se rinasco vorrei nascere Giorgia Meloni. Come la segretaria di Fratelli d’Italia vorrei avere la leggerezza di vivere in un mondo parallelo in cui dall’inizio del governo non faccio altro che provare a tessere relazioni con uno che in pubblico nemmeno mi risponde come sta facendo lei con Salvini, pronta a fare da ponte con un centrodestra che si è ridotto a scodinzolare dietro il Capitano dopo avere nel tempo provato a fermarlo, poi a dichiararlo figliol prodigo e infine a supplicarlo con un pietoso stalking quotidiano che sfiora il grottesco.
Vorrei sapere, ad esempio, oggi che sta facendo Giorgia Meloni, dopo avere annunciato al mondo (ogni sua conferenza stampa in Parlamento è più disabitata di una lezione non obbligatoria di scuola guida) che il governo cadrà dopo le elezioni europee e che lei è già pronta a tornare in sella per un nuovo governo finalmente patriota e sovranista senza quei fastidiosi del Movimento 5 Stelle.
In un Paese normale, con un segretario di partito che annuncia una cosa del genere, ci sarebbero le pagine piene di botte e risposte, di retroscena politici, di approfondimenti e investigazioni e invece la frase di Giorgia Meloni è rimasta appesa come un calzino dimenticato sul filo in terrazzo. E intanto ha anche cominciato a piovere.
Mi piacerebbe sapere come pensa di prendere voti Giorgia Meloni insistendo nel fotocopiare Salvini in ogni sua mossa, sempre in ritardo, con un misto di romanità vaccinara e digrignar di denti per provarne a imitare l’autorevolezza che l’ha resa, fin dall’inizio della legislatura la brutta copia dell’originale: il Salvini da discount, come la Borsa di Salentino o il profumo di PierGiorgio Armani che vendono alle bancarelle sulla spiaggia.
Mi piacerebbe sapere, da Giorgia Meloni, come si sia sentita quando si è lanciata sul Congresso delle Famiglie di Verona ed è capitombolata in un’intervista in cui qualcuno le faceva notare che nemmeno la sua era una famiglia tradizionale, buona e giusta, visto che aveva un figlio da un compagno non sposato. “Fatti i fatti tuoi”, ha risposto lei. E “fatti i fatti tuoi” le è stato turato da mezzo mondo, questa volta in faccia a lei che invece sembra così preoccupata delle famiglie degli altri.
Mi piacerebbe sapere cosa si inventerà Giorgia Meloni per il prossimo 25 aprile, quando Salvini, pur di andare a destra, andrà a parlare forse di mafia a Corleone (quando gli sarebbe bastato rimanere in Parlamento per trovare un posto simbolico mafioso degli ultimi decenni): cosa farà Giorgia? Si tatuerà Benito Mussolini sulla faccia condividendo una foto su Instagram per non essere considerata troppo poco di destra? Userà i migranti come carbonella per sembrare ancora più cattiva? Giuro che se rinasco vorrei nascere Giorgia Meloni.