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Elezione diretta del premier, Meloni interroga le opposizioni: no di Pd e M5S, i centristi aprono al dialogo

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Sull’elezione diretta del presidente del Consiglio oppure della Repubblica Giorgia Meloni non ha trovato nelle opposizioni l’appoggio che sperava: ieri la premier ha ricevuto alla Camera i leader dei partiti avversi alla maggioranza di centrodestra, e seppur con alcune differenze gli uno dagli altri, tutti – tranne quel che resta del Terzo Polo – hanno manifestato la loro contrarietà alle riforme, pur convenendo che in Italia l’instabilità dei governi resta un problema. Da un lato Meloni con i vice Tajani e Salvini, i ministri Casellati e Ciriani e i sottosegretari Mantovano e Fazzolari. Dall’altra, fino alle otto di sera, sono sfilati i rappresentanti di tutti i partiti.

Nonostante Palazzo Chigi abbia tenuto a rassicurare di non avere come interesse quello di “accentrare i poteri” oltre il centrodestra regna lo scetticismo. C’è chi chiede una bicamerale e chi no, Meloni aprirebbe solo “se non c’è intento dilatorio”. Insomma, le riforme si faranno, assicura Meloni. A cominciare probabilmente dall’ipotesi che incontra minore opposizione, “ovvero quella dell’elezione del premier, perché non siamo innamorati di un sistema o dell’altro, tra i tanti che possono essere presi a esempio, e possiamo immaginare anche un modello italiano”.

Dal Pd la posizione è chiara: “Le riforme non sono la priorità del Paese”. “No all’uomo o donna solo, o sola, al comando” è la linea, nonostante un’apertura a “migliorare stabilità a rappresentanza” nel sistema italiano. Allo stesso modo il Movimento 5 Stelle ribadisce il suo “no secco a premierato e presidenzialismo”. Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova di +Europa avvertono: “L’ipotesi del Sindaco d’Italia è un follia se non una sciocchezza con l’elezione diretta e la sfiducia costruttiva, cose che non possono stare insieme e poi creerebbe un dualismo conflittuale tra Quirinale e premier”.

Distanza netta anche con l’Alleanza Verdi-Sinistra. “Abbiamo comunicato al presidente Meloni l’indisponibilità a sostenere le riforme sul presidenzialismo. Riteniamo che vada tutelata la figura del presidente della Repubblica e su questo faremo dura battaglia”, dice Angelo Bonelli. Fratoianni gli fa eco: “Abbiamo espresso la netta contrarietà al presidenzialismo, al semi-presidenzialismo, al premierato. Totale contrarietà anche all’ipotesi di una Bicamerale. Difficile oggi prevedere una collaborazione con la maggioranza”.

L’unica sponda della maggioranza è in Azione, con Calenda che ha ammesso di aver “trovato una premier in ascolto e pronta al dialogo”. In generale, prosegue, “siamo favorevoli all’indicazione del presidente del Consiglio sul modello del sindaco d’Italia”. Ma non all’elezione diretta del presidente della Repubblica. Da Italia Viva Maria Elena Boschi precisa: “Una riforma della forma di governo non può essere separata dal superamento del bicameralismo paritario”.

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