Meloni: “Dialogo con Musk per il bene dell’Italia. Sull’Ucraina la penso come Trump”
“Gli italiani ci hanno chiamato a governare l’Italia in una fase estremamente complessa, e in questa complessità abbiamo sempre cercato di muoverci seguendo un’unica bussola, quella dell’interesse nazionale. Chiaramente tutto è perfettibile, ma non ho pentimenti né rimpianti perché in questi due anni e mezzo non ci siamo mai risparmiati. E non ho mai fatto una scelta della quale dovermi vergognare”. Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un’intervista concessa a Sette, il magazine del Corriere della Sera.
“Solo chi non fa non sbaglia”, osserva la premier: “Dietro ogni passo si nasconde sempre il rischio di un inciampo, ma questa non è una valida ragione per restare fermi”.
“Uno dei punti di forza di questo governo – sottolinea Meloni – è la capacità di dialogare con tutti. In questi due anni abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi. E questo è un grande valore aggiunto, che permette all’Italia di diversificare la sua proiezione geopolitica e geoeconomica”.
Interrogata sulle tensioni nella maggioranza, la presidente del Consiglio risponde: “Ci si confronta, come d’altronde succede in tutte le famiglie che si rispettino. Il centrodestra è composto da forze politiche diverse, ognuna con la propria identità ma che sa sempre trovare una sintesi. Condividiamo una visione del mondo, e ci riconosciamo sui valori fondamentali. Questa è la nostra forza, da trent’anni a questa parte. Dopodiché, le maggioranze davvero litigiose hanno il problema di non riuscire a fare nulla. Non mi pare il nostro caso, francamente”.
Venendo ai singoli dossier, Meloni difende l’accordo sui migranti con l’Albania, sebbene sia stato più volte reso inapplicabile dalla magistratura italiana: “È una soluzione molto innovativa, che sta facendo scuola in Europa e non solo – dice la premier – perché è chiaro a tutti che può infliggere un colpo mortale alle organizzazioni criminali che speculano sui migranti per ingrassare i loro profitti”.
“Io – aggiunge – sono cresciuta con l’esempio di Falcone e Borsellino e ho massimo rispetto per i giudici. Resto convinta che la stragrande maggioranza dei magistrati italiani abbia il nostro stesso obiettivo, ovvero quello di disarticolare le reti criminali e assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani”.
Nella lunga intervista, Meloni parla anche del suo “ottimo rapporto” con l’imprenditore Elon Musk, che nella prossima Amministrazione Trump guiderà il Dipartimento per l’Efficienza del Governo: Musk, secondo la presidente del Consiglio italiana, “è un uomo geniale ed è sempre molto interessante confrontarsi con lui”. “È una grande personalità del nostro tempo, un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro. Trovo naturale poter dialogare con lui”, ribadisce.
“Certo, ci sono cose su cui il nostro punto di vista è più simile, altre che ci vedono più distanti, ma questo non impedisce il confronto”, continua la premier. “Fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro, solo perché ha scelto il campo ritenuto ‘sbagliato’ della barricata. Io, da sempre, non ragiono così”.
“Non crede che alcune opportunità concesse alle aziende di Musk possano diventare un rischio rispetto alla sicurezza?”, le viene chiesto. Risposta: “In primo luogo, ho lavorato e lavoro per avere maggiori investimenti in Italia e valuto l’utilità di ogni investimento con la lente dell’interesse nazionale, non con quella delle idee politiche o dell’amicizia di chi investe. Questo lo facevano altri. La bussola della mia azione è la difesa dell’interesse nazionale. E questo include, ovviamente, anche la necessità di contemperare le istanze di partecipazione e innovazione con le esigenze di sicurezza. Ma è un ragionamento – sottolinea Meloni – che si applica a chiunque voglia investire in Italia, indipendentemente dal nome che porta l’azienda”.
Sulla guerra in Ucraina, la premier si dice perfettamente in linea con le posizioni del presidente eletto degli Stati Uniti Trump: “Sono parole totalmente sovrapponibili a quelle che ho ripetuto, a nome dell’Italia, in molte occasioni”, fa notare Meloni. “Abbiamo sempre detto che l’unico modo per giungere ad una pace è costringere la Russia in una situazione di stallo, perché non c’è alcuna possibilità di pace se non l’equilibrio delle forze di campo e se la Russia ha campo libero nell’invasione dell’Ucraina. Questo è quello che sostiene l’Italia, e che dicono anche gli Stati Uniti”.
Nel dialogo con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, invece, “prevalgono un approccio pragmatico e il rispetto reciproco”. “Nella composizione della nuova Commissione, con la vicepresidenza esecutiva assegnata a Raffaele Fitto, von der Leyen ha riconosciuto all’Italia il ruolo che merita e lo ha fatto anche sapendo resistere alle forti pressioni della sinistra”, sottolinea Meloni.
“È Elly Schlein la sua antagonista?”, le viene domandato. “Spetta ai cittadini deciderlo, di certo non a me”, risponde la presidente del Consiglio. “Certo, credo che sia abbastanza naturale che qualcuno ci descriva come dirette antagoniste, visto che Fratelli d’Italia e il Partito democratico sono oggi le due principali forze politiche italiane. Ma, da qui alle prossime elezioni politiche, è difficile dire quale sarà il quadro”.
A Meloni, infine, viene chiesto se ha in programma di rimuovere la fiamma dal simbolo del suo partito, Fratelli d’Italia. Ma la premier risponde di no: “Penso che togliere la fiamma dal simbolo non sia mai stata una questione all’ordine del giorno”, dice.