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Home » Politica

“Meloni più pericolosa di Berlusconi”: cosa dice esattamente la mail del giudice che ha fatto infuriare la premier

Immagine di copertina
Credit: AGF

Governo contro magistratura: Meloni pubblica la mail del giudice Patarnello

Il Governo è sempre più in aperta polemica con la magistratura. Ieri, domenica 20 ottobre, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha pubblicato sui suoi social l’estratto di una mail scritta ai colleghi dal sostituto procuratore della Corte di Cassazione Marco Patarnello in cui sembra che il magistrato esorti la categoria a mettere sotto indagine la stessa premier.

Meloni, per la precisione, ha rilanciato sui suoi profilo un articolo del quotidiano Il Tempo mettendo in evidenza in particolare due virgolettati della mail in questione. Il primo recita “Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione”. Il secondo virgolettato ripreso dalla mail è “Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio”.

Nel condividere il post, la presidente del Consiglio sottolinea come il giudice autore della mail sia un esponente di Magistratura Democratica, corrente della magistratura orientata su posizioni di sinistra. Il messaggio, infatti, è stato inviato da Patarnello lo scorso sabato nell’ambito di una chat fra degli iscritti a questa corrente.

Il post di Meloni rende ancor più palese il malessere interno al Governo nei confronti di una magistratura percepita come nemica. La notizia della mail arriva pochi giorni dopo le polemiche sulla sentenza del Tribunale di Roma che ha bocciato il primo trasferimento di migranti in Albania e mentre si avvicina il verdetto del processo a Palermo che vede imputato il premier Matteo Salvini per sequestro di persona.

Il deputato Giovanni Donzelli, esponente di spicco, di Fratelli d’Italia ha annunciato un’interrogazione parlamentare avvertendo “Le toghe rosse non ci fermeranno”.  E, in un’intervista a La Repubblica, il presidente del Senato Ignazio La Russa – altro “colonnello” di Fdi – arriva addirittura a ipotizzare di riscrivere in Costituzione i confini tra politica e magistratura.

Oggi, lunedì 21 ottobre, il Corriere della Sera pubblica sul proprio sito il testo integrale della mail del giudice Patarnello: dalle sue parole quale emerge, sì, preoccupazione per l’operato dell’esecutivo – considerato una minaccia per l’indipendenza della magistratura – ma non sembra trovarsi traccia di nessun auspicio a ché Meloni venga messa sotto inchiesta. Quando il sostituto procuratore della Cassazione usa l’espressione “porre rimedio”, infatti, si riferisce chiaramente a una mancanza di unità all’interno della magistratura.

Il testo integrale della mail del giudice Patarnello

“Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni”, scrive Patarnello. “Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”.

“In secondo luogo – prosegue il giudice – perché la magistratura è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura”.

“In terzo luogo – argomenta ancora il magistrato – la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi. Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo”.

“Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza”, osserva Patarnello rivolgendosi ai colleghi. “Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze. Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura. Non possiamo fare molto ma essere uniti, tenere la schiena dritta e parlare con chiarezza questo sì”.

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