Meloni attacca Schlein: “Se il nuovo corso del Pd è continuare a perdere, io sono contenta”
Meloni attacca Schlein: “Se il nuovo corso del Pd è continuare a perdere, io sono contenta”
“Se vogliono proseguire posso essere anche contenta…” Giorgia Meloni torna all’attacco dell’opposizione e di Elly Schlein, rispondendo alle critiche sulle possibili derive autoritarie del governo. “So che questa preoccupazione della segretaria del Pd è reale e non strumentale, quindi la voglio tranquillizzare”, ha detto la presidente del Consiglio, intervistata da Bruno Vespa, “il centrodestra è da sempre la coalizione che difende la libertà”. “Questo stiamo dimostrando e questo gli italiani capiscono”, ha aggiunto. “Se il nuovo corso del Pd è andare dritti sulla strada della strategia che li ha portati dritti alla sconfitta elettorale, io non sono nessuno per dir loro di cambiare strategia…”.
Durante il suo intervento alla terza edizione del forum “L’Italia che verrà”, organizzato da Vespa in Puglia, Meloni è anche tornata sulle contestazioni alla ministra Eugenia Roccella al Salone del libro di Torino. Secondo la premier infatti, gli italiani giudicheranno “anche il pulpito da cui vengono le accuse”, ossia ”da quelli che difendono chi impedisce a un ministro della Repubblica di presentare il proprio libro al Salone del libro”.
Meloni ha anche commentato l’accordo raggiunto ieri a livello europeo sui migranti. Secondo la leader di Fratelli d’Italia, si stanno facendo “molti passi in avanti”. “Quando sono arrivata nei primi consigli europei ho posto un tema semplice: finché ci occupiamo solo dei movimenti secondari scarichiamo il problema uno sull’altro e non lo risolviamo. Ormai il paradigma della visione è condiviso da altri paesi europei, anche quelli che sono stati più scettici”, ha detto, sottolineando il ruolo svolto dall’Italia nella crisi della Tunisia, a cui si sta dedicando “quotidianamente”.
“Domenica ci recheremo io, von der Leyen e il primo ministro olandese Rutte. Ci sono già stata martedì, ed è grazie al lavoro molto prezioso che l’Italia ha fatto, insieme a quella missione, che si dovrebbe concretizzare il primo pacchetto di aiuti della commissione che è anche propedeutico a favorire l’accordo con il Fondo monetario internazionale. A Tunisia e Fmi chiedo un approccio il più possibile pragmatico e non ideologico e mi pare che su questo si stiano facendo passi in avanti”.
Riguardo l’Europa, Meloni ha detto che sta lavorando “per rafforzare l’Europa nel suo complesso. Nessuno va spinto per allontanarsi, ma al contrario, per avvicinarsi. Voglio rafforzare una civiltà fondata sull’uguaglianza e la democrazia. Bisogna fare attenzione al tema dello stato di diritto. Comincio a vedere che si pone il tema sullo stato di diritto anche sull’Italia: cerchiamo di essere dotati di senno. È possibile che lo stato di diritto sia un modo per colpire governi distonici rispetto al mainstream”. “Per quanto riguarda Polonia e Ungheria”, ha aggiunto, “sono democrazie più giovani della nostra, perché quando finì la Seconda guerra mondiale sono stati abbandonati al gioco sovietico. Sì, c’è un lavoro che va fatto per rafforzare quelle democrazie e accompagnarle, e sono pronta a farlo perché l’Europa non è un club di serie A e b ma soprattutto una civiltà”.
“Riusciremo ad avere la terza rata del Pnrr”, ha assicurato. “Stiamo facendo un lavoro molto lungo e preciso con la Commissione” per avere la tranche da 19 miliardi, attesa da mesi. “Sono stati già verificati gli obiettivi, ora siamo ai target, ma sono assolutamente ottimista”, ha aggiunto. Sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, Meloni ha ribadito la sua contrarietà. “Il Mes è un tema che sarebbe stupido aprire adesso, per due ragioni: la prima è che non ho cambiato idea sul Mes, ma è una parte di una serie di strumenti che vanno discussi nel loro complesso. Non ha senso ratificare la sua riforma se non sai cose prevede il nuovo patto di stabilità e crescita”, ha detto. “Non sono convinta sulla proposta della commissione”.
Piuttosto, Meloni punta sulle modifiche alla costituzione. “La riforma costituzionale è la più grande riforma economica per questa nazione. Confido nel senso di responsabilità anche dell’opposizione, dei corpi intermedi”, ha detto, parlando di “sfida di modernizzazione per l’Italia”. “Se invece dicono di no perché vogliono andare al governo senza aver vinto le elezioni allora andiamo davanti agli italiani con il referendum”, ha sottolineato, difendendo anche le proposte sull’autonomia differenziata.
“Non è togliere a una regione per dare a un’altra, ma un principio secondo cui se una regione governa bene le sue risorse, lo Stato prende in considerazione la possibilità di darle altre materie da governare. Non vengono discriminate le regioni, è un principio che responsabilizza governatori e classi politiche: può essere malvisto da chi ha mal governato o non è riuscito a spendere i soldi europei. È un modello che richiama ciascuno alle proprie responsabilità. Io credo sempre nel merito e nella responsabilità. Chi ha lavorato bene non ha nulla da temere”.