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“Io sono Mattia: eravamo 6mila e ora siamo 200mila. Noi Sardine da tutt’Italia salveremo i giovani e sconfiggeremo l’odio di Salvini”

Giulio Gambino, direttore di TPI, intervista Mattia Santori, l'ideatore delle Sardine: "Noi non inseguiamo Salvini, è lui che ha bisogno di venirci dietro. In piazza abbiamo dimostrato di saperlo battere. Siamo stufi della rappresentazione di un mondo semplicistico, la società è complessa e vogliamo contribuire a migliorarla. Rimettiamo l’individuo al centro. L’elettore ha una responsabilità. Noi nuovo partito? Smettetela di vedere ogni volta nei neo-movimenti dal basso come il nostro l’opportunità di una rinascita per il vostro vuoto politico e per i vostri fallimenti. Non siamo un fenomeno di moda: vi garantisco che c’è un’intera generazione che oggi vede in me e nelle Sardine un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Ma non chiamatemi leader, io sono 'solo' Mattia"

 

Mattia Santori, l’ideatore delle Sardine, intervistato da Giulio Gambino, direttore di The Post Internazionale (TPI)

Mattia Santori, 32 anni, può essere considerato l’ideatore delle Sardine. Sono stati lui e altri tre ragazzi a organizzare in pochi giorni il primo mega-raduno del popolo “che non si Lega”: quello del 14 novembre 2019 in piazza Maggiore a Bologna. E ora il movimento si è allargato a tutta Italia: da 6mila a 200mila manifestanti, uniti contro la “cultura dell’odio portata avanti da Matteo Salvini”.

È proprio nel cuore di Bologna, seduti a un tavolo nello storico ristorante “Ballotta”, che si svolge l’intervista di TPI a Santori. “Il vuoto che abbiamo scoperto esserci in Emilia Romagna e anche a livello nazionale, e la risposta e l’energia che abbiamo provocato, sono molto più grandi di quel che ci aspettassimo. È una bella responsabilità”, osserva Mattia.

Dai quattro ragazzi di partenza oggi il coordinamento delle Sardine, sede a Bologna, è composto da una ventina di persone: “Cerchiamo di avere persone fidate – spiega il leader – perché gestiamo dati sensibili e dobbiamo verificare che non venga snaturato il messaggio partito da piazza Maggiore: siamo al 99 per cento persone pienamente coinvolte ma dobbiamo tutelarci da quell’1 per cento che ha doppi fini”.

Nell’intervista Santori chiarisce qual è la vera natura del movimento: “Non siamo un partito e non è nostra intenzione formarlo. C’è una parte di Italia che preferisce ragionare con la pancia e una parte che preferisce ragionare con la testa. Noi abbiamo cercato di dare una risposta e una identità a chi cercherebbe di ragionare con la testa ma in questi anni non ha avuto nessun interlocutore”.

“Abbiamo riaffermato l’importanza della coscienza politica prima della politica in senso stretto”, aggiunge. “Bisogna riaffermare la centralità dell’individuo: viene prima la persona rispetto alla campagna elettorale”.

Salvini? “Lo abbiamo già sconfitto. O meglio: abbiamo sconfitto il messaggio che viene dalla sua parte politica. Noi siamo nati parlando di lui per convogliare un’energia contro un nemico comune e ora la situazione si è ribaltata: loro tutti i giorni parlano delle Sardine e cercano di riaffermare quanto sono diversi da noi”.

Nelle Sardine, dice Mattia Santori, “rivedo un messaggio quasi evangelico di libertà”. “Sono cattolico, cerco di avere un percorso di fede”, racconta.

Infine, un messaggio rivolto direttamente ai lettori di TPI: “Le piazze delle Sardine sono nate con uno slogan molto preciso: l’Italia non abbocca. Il messaggio è che la politica e la società sono qualcosa di molto più complesso di quello che vogliono farci credere, torniamo a riappropiarci di uno spazio fisico, come la piazza, e anche intellettuale per fare in modo che la politica cambi“.

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