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Home » Politica

Conte scelga i ministri e intervenga sul programma: i vincoli di Mattarella sul Conte bis

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Il capo dello Stato metterà probabilmente subito in chiaro con Conte cosa si aspetta da lui durante la nuova esperienza di governo

Ministri e programma: i vincoli di Mattarella sul Conte bis

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha convocato oggi il premier Giuseppe Conte al Quirinale per conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo sulla base dell’accordo raggiunto da Pd e M5S al termine del secondo giro di consultazioni. Tuttavia, il ruolo di Conte all’interno del nuovo esecutivo sarà sotto vari aspetti diverso rispetto a quello assunto al termine delle precedenti consultazioni, quando era solo un professore di diritto, del tutto inesperto di politica.

Questa differenza non è cosa da poco: il capo dello Stato metterà probabilmente subito in chiaro con Conte cosa si aspetta da lui durante la nuova esperienza di governo, ponendo dei “paletti” molto precisi sia sulla formazione della squadra sia sul programma, come anticipa Ugo Magri in un articolo pubblicato oggi su La Stampa.

Per quanto riguarda le nomine dei ministri, Mattarella punterà a sottolineare che, come prevede l’articolo 92 della Costituzione, deve essere il presidente del Consiglio a proporre i nomi dei ministri, d’intesa con il presidente della Repubblica che li nomina. Quindi Conte non dovrebbe subire diktat sulla squadra di governo, a partire dal ruolo che giocherà al suo interno Luigi Di Maio (qui i possibili ministri dell’esecutivo Conte bis).

Sarà quindi Conte a dover sciogliere il nodo delle poltrone, ma non solo.

Anche la questione del programma sarà appannaggio del presidente del Consiglio. Finora, infatti, Pd e M5S hanno solo trovato un accordo generico, senza concordare i dettagli del programma. Questi saranno definiti proprio in base alla mediazione di Conte, che interverrà nei vari campi.

Tutto il contrario, insomma, rispetto al ruolo ricoperto da Conte come “Avvocato del popolo” e “garante terzo” nel governo Lega-M5S: grazie all’esperienza maturata il premier potrà (e dovrà) stavolta incidere nei contenuti e nella scelta degli incarichi, come Mattarella si aspetta che faccia.

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