Mattarella prova a evitare le elezioni: gli ultimi 5 giorni per risolvere la crisi
Cosa è successo al Quirinale nella seconda giornata di consultazioni
Mattarella, 5 giorni per risolvere la crisi
Dal Quirinale – “La crisi va risolta all’insegna di decisioni chiare e tempi brevi”. È perentorio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è costretto però a concedere quattro giorni in più ai partiti per trovare una possibile maggioranza e dispone nuove consultazioni a partire da martedì 27 agosto.
Nel suo discorso delle 20, dopo una lunga giornata di dialogo con i cinque maggiori partiti, Mattarella rimette le carte in tavola, mescolandole anche un po’.
Le consultazioni bis sono infatti aperte a tutti i gruppi parlamentari, come sottolineano fonti del Quirinale, non solo a Pd e Movimento 5 Stelle, che in questi giorni stavano trattando per una maggioranza giallo-bruna.
Gli incontri tra forze politiche e capo dello Stato andranno avanti per due giorni e già mercoledì prossimo il paese potrebbe avere il suo nuovo governo. Ma per fare questo, l’ipotetica maggioranza dovrà arrivare davanti a Mattarella già con un nome e una squadra.
Quello dello Studio delle Vetrate è un capo dello Stato per nulla sereno, che non è disposto a offrire altro tempo.
Intorno alle 15 di oggi, come ha riportato TPI, fonti del Colle avevano specificato l’urgenza di “trovare uno spiraglio di accordo, altrimenti si va al voto”. Lo spiraglio c’è, ma a questo punto le trattative saranno davvero serrate.
Il Movimento 5 Stelle ha ufficialmente aperto la porta al dialogo con il Pd, con un mandato chiaro dell’assemblea degli eletti, partendo dal tema del taglio dei parlamentari.
Domani dovrebbe già svolgersi il primo incontro tra le due delegazioni: al tavolo dovrebbero sedersi i due presidenti dei gruppi Graziano Delrio e Andrea Marcucci, e potrebbero far parte della delegazione anche i due vicesegretari, Paola De Micheli e Andrea Orlando (ma nulla è ancora definitivo).
Tra i dem c’è cauto ottimismo su un buon esito del faccia a faccia. Il punto di contatto si potrà trovare nelle dieci priorità stilate da Luigi Di Maio oggi pomeriggio, con cui anche il segretario dem Nicola Zingaretti si dice d’accordo e “pronto a ragionare davvero su un’alleanza”.
Di Maio, quasi senza voce, ha oggi fatto riferimento alla sua idea di paese, dalla riforma delle banche, al Green New Deal per l’ambiente, da un nuovo ordinamento della giustizia fino ad un piano di investimenti serio per l’Italia: ripartirà da qui il negoziato tra gialli e rossi.
Se le trattative tra Pd e M5S non dovessero andare a buon fine, il Quirinale non ha escluso la possibilità di trovare un nome che coaguli una maggioranza di centrodestra, con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia insieme, con l’eventuale appoggio di qualche forza centrista.
Intanto, il discorso di Matteo Salvini è stato più simile a un inizio di campagna elettorale che a un mero resoconto di consultazioni. Il leader del Carroccio ha rilanciato l’assist a Di Maio per siglare la pace: “Se i no diventano sì, io non porto rancore”, ha detto. La porta gialloverde non sarebbe dunque ermeticamente chiusa: resta l’opzione di tornare al punto di partenza, con solo qualche carica invertita, anche se si tratta di un’ipotesi difficile da digerire dopo una crisi di governo così netta.
“Non è inutile ricordare – incalza Mattarella nel suo discorso – che sono possibili soltanto governi che ottengano la fiducia del Parlamento”.
Poi aggiunge, quasi come un monito: “In mancanza di queste condizioni, la strada da percorrere è quella delle elezioni anticipate”.
E dopo solo quattordici mesi sarebbe una decisione tutt’altro che da prendere alla leggera.