Mattarella firma il decreto Milleproroghe ma avverte il governo: “Evidenti incompatibilità sulle concessioni balneari”
Dopo il monito dell’Unione europea, anche il presidente della Repubblica fa notare al governo come non si possano più rimandare le gare sulle concessioni balneari: Sergio Mattarella ha firmato il decreto Milleproroghe approvato alla Camera “consapevole della delicatezza, sotto il profilo costituzionale, del rinvio alle Camere esercitato nei confronti di una legge di conversione di un decreto-legge, a pochi giorni dalla sua scadenza”, ma non ha evitato di porre i propri rilievi sul testo.
“È evidente – ha scritto in merito alle concessioni demaniali – che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di governo e Parlamento”.
Secondo il Quirinale l’ulteriore rinvio disposto all’interno del decreto andrebbe in contrasto con la direttiva Bolkenstein che impone di mettere a gara quegli spazi demaniali, pena il rischio d’una procedura d’infrazione, e con una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021 che fissava la scadenza delle proroghe delle concessioni esistenti al 31 dicembre 2023. Sono state Lega e Forza Italia a spingere particolarmente per un ulteriore differimento.
Inoltre, rileva ancora Mattarella, nel Milleproroghe c’è “una copertura finanziaria insufficiente in proiezione temporale che, al fine di assicurare il pieno rispetto dell’art. 81 della Costituzione, dovrà essere integrata con il primo provvedimento legislativo utile”.
Nella lettera inviata a Palazzo Chigi il presidente della Repubblica si è anche mostrato d’accordo con Giorgia Meloni sull’abuso dei decreti d’urgenza: “Ho apprezzato l’iniziativa che la presidente del Consiglio dei ministri ha di recente assunto, in dialogo con i presidenti delle Camere, sottolineando l’abuso della decretazione d’urgenza e la circostanza che i decreti legge siano da tempo divenuti lo strumento di gran lunga prevalente attraverso il quale i governi esercitano l’iniziativa legislativa”.
“Un’inversione di tendenza – ha concluso Mattarella – potrà aversi con il recupero di un’adeguata capacità di programmazione legislativa da parte del governo e di una corrispondente attitudine del Parlamento a consentire l’approvazione in tempi ragionevoli dei disegni di legge ordinaria”.