Mattarella: “L’evasione fiscale è indecente, è un problema culturale”
Il Capo dello Stato: "Chi evade le tasse sfrutta quelle pagate dagli altri"
Mattarella sull’evasione fiscale: “Indecente, è un problema culturale”
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene duramente sulla questione dell’evasione fiscale. Durante un incontro che si è tenuto al Quirinale lunedì 9 dicembre con alcune scolaresche, il capo dello Stato ha detto che si tratta di “un problema enorme e indecente”.
Secondo il capo dello Stato “senza l’evasione avremmo più soldi per stipendi e pensioni”.
Il discorso di Mattarella sull’evasione
“L’evasione fiscale è l’esaltazione della chiusura in se stessi, dell’individualismo esasperato. È un problema serio in molti Paesi. Lo è nel nostro. Vi sono Paesi in cui è molto più grave, vi sono Paesi in cui invece il senso civico di ciascuno lo ha quasi azzerato” ha proseguito Mattarella.
L’evasione in Italia ammonta a 119 miliardi di euro: “una somma enorme”. “Se scomparisse – ha esortato il presidente della Repubblica – le possibilità di aumentare pensioni, di aumentare stipendi, di abbassare le tasse per chi le paga, e così via, sarebbero di molto aumentate. Per questo, anche lì il problema è di norme, di interventi, di controlli, di verifiche – che stanno dando qualche risultato – ma è soprattutto di cultura e di mentalità, di capire che in un’associazione, in una società, in una convivenza, se non si contribuisce tutti allo sforzo comune, c’è chi lo fa con onestà e c’è chi lo fa sfruttando quanto gli altri fanno. E questo non è giusto”.
“L’evasione fa male a tutti i cittadini”
Perché in Italia è così difficile combattere la piaga dell’evasione fiscale? Ha domandato uno degli studenti presenti all’incontro. “È un problema grave perché significa ignorare che si vive insieme e che la convivenza significa contribuire tutti insieme – come dice la Costituzione, secondo le proprie possibilità – alla vita comune – ha proseguito Mattarella – Chi evade cerca invece di sottrarsi a questo dovere, di sfruttare le tasse che pagano gli altri per i servizi di cui si avvale. È una cosa, a rifletterci, davvero indecente, perché i servizi comuni, la vita comune è regolata dalle spese pubbliche. Se io mi sottraggo al mio dovere di contribuire sto sfruttando quello che gli altri pagano, con le tasse che pagano. E questa è una cosa di particolare gravità”.