Mattarella frena sulla crisi di governo: “Prima si vota il referendum”
Il presidente della Repubblica conferma le priorità dell'esecutivo che ha più volte sottolineato in questi mesi
Mattarella e la crisi di governo
La crisi di Governo ancora non c’è ancora ma Giuseppe Conte e Matteo Renzi sono ai ferri corti, tanto che il presidente del Consiglio telefona sul Colle più alto per discutere della situazione Sergio Mattarella.
Il contenuto della telefonata? Sulla prescrizione il governo è a un passo dalla crisi, tanto più che dopo l’assenza dei renziani dal CdM di giovedì sera e l’ok di Pd, M5s e LeU al Lodo Conte Bis, è sempre Italia Viva a mettere in conto di presentare una mozione di sfiducia al ministro della Giustizia grillino Alfonso Bonafede. Una provocazione irricevibile per il premier.
Secondo il Corriere della Sera, il presidente della Repubblica avrebbe condiviso con Conte la preoccupazione per “la forte destabilizzazione del governo”. Possibile che si rivedano nei prossimi giorni, lo scenario è quello di un Conte intenzionato a chiedere al Quirinale una verifica “per non farsi logorare” dagli “aut aut, ricatti e accuse ingiuste” di Renzi.
Una cosa è certa, che comunque non potrà sciogliere subito le Camere. C’è, prima, il referendum sul taglio dei parlamentari fissato per il 29 marzo. Mattarella in questi mesi di governo Conte bis ha più volte ribadito questa priorità. Poi toccherà armonizzare le leggi elettorali, ridisegnare i collegi, emettere i decreti. In caso di crisi, se davvero non resterà Conte a Palazzo Chigi, spetterà a un governo tecnico portare il Paese alle urne, a fine primavera.
In caso di crisi di governo, Mattarella procederà a una rapida consultazione delle forze politiche per capire in fretta se ci saranno dei margini per riavvicinare le parti.
Seguendo la linea stabilita nelle due precedenti crisi, Sergio Mattarella deciderà volta per volta e affronterà i problemi “solo se e quando si presenteranno”. Così ha fatto durante le lunghe trattative che hanno portato alla nascita prima dell’esecutivo gialloverde e poi di quello giallorosso. Così farà anche a partire da oggi.