Mattarella ricorda l’attivista curda Hevrin e la madre morta con il figlio nel Mediterraneo
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Mattarella ricorda l’attivista curda Hevrin e la madre e il figlio morti nel Mediterraneo
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un discorso dedicato alla scienza tenutosi a Bergamo il 24 ottobre 2019, ha citato l’attivista curda Hevrin Khalaf, uccisa in un attentato del gruppo jihadista Ahrar al-Sharqiya, alleato della Turchia e responsabile di altre esecuzioni sommarie a Qamishli, a pochi giorni dall’inizio dell’offensiva nel nord della Siria.
Le parole di Mattarella
“La vocazione originaria della scienza, quale strumento di affrancamento dalle schiavitù e dai bisogni dell’essere umano, deve essere affermata con forza”, ha spiegato il capo dello Stato a Bergamo.
“Perché, diversamente – ha sottolineato Mattarella – il senso del nostro progredire rischia di perdersi negli sguardi dei bambini vittime inconsapevoli di conflitti, violenze, sfruttamento, di fronte ai corpi stretti in un ultimo abbraccio di madre e figlio sepolti nel Mediterraneo, di fronte alla morte dell’attivista curda Hevrin Khalaf, di fronte ai malati ai quali è negato l’accesso alle cure in molte parti del nostro mondo, sempre più raccolto, sempre più concretamente comune”.
Chi era Hevrin Khalaf
L’attivista per i diritti delle donne Hevrin Khalaf, segretaria del Partito Futuro della Siria, è stata uccisa l’11 ottobre sulla strada tra Manbij e Qamishlo, probabilmente dal gruppo jihadista Ahrar al-Sharqiya, alleato della Turchia e responsabile di altre esecuzioni sommarie.
Attivista per i diritti umani e delle donne, Hevrin Khalaf si batteva per la convivenza pacifica tra i popoli presenti in Siria: curdi, cristiano-siriaci e arabi.
Pochi giorni prima della sua brutale uccisione, l’attivista stava partecipando a un convegno del Centre of Diplomatic Studies and consultation. Era il 5 ottobre, e a margine del convegno Hevrin Khalaf aveva rilasciato alcune dichiarazioni, pubblicate online dal Rojava Information Center.
Con parole molto dure, aveva previsto e condannato l’offensiva dell’esercito turco nel nordest della Siria.
“Noi respingiamo le minacce turche, soprattutto perché ostacolano i nostri sforzi per trovare una soluzione alla crisi siriana”, aveva dichiarato. “Durante il periodo in cui l’Isis era al potere vicino al confine, la Turchia non lo vedeva come un pericolo per la sua gente. Ma ora c’è un’istituzione democratica nel nordest della Siria, e loro ci minacciano con l’occupazione”.