La massoneria rivuole la sede dal Senato
Sarà il tribunale a pronunciarsi
Una battaglia mai sopita quella tra Senato della Repubblica e massoneria italiana. Al centro della querelle, Palazzo Giustiniani, sede di rappresentanza della seconda carica dello Stato. Le chance però che l’attuale presidente Ignazio La Russa debba traslocare, per quanto molto remote, non sono così fantascientifiche.
Il Grande Oriente d’Italia guidato da Stefano Bisi, infatti, rivuole la sua storica sede ed ha portato la questione, dopo la bocciatura del Tar del Lazio, addirittura al Consiglio di Stato. Ma facciamo un passo indietro. Sede storica dei grembiulini, Palazzo Giustiniani era stata la location scelta dal gran maestro Ernesto Nathan nel 1901.
Era stato in seguito Benito Mussolini a cacciare il Goi, agli inizi del 1926 da Palazzo Giustiniani per darlo in proprietà al demanio che lo aveva assegnato poi al Senato del Regno. Di qui la querelle. Dopo la caduta del regime fascista era iniziata un’interminabile contesa legale fino al 1991, quando l’allora presidente del Senato, Giovanni Spadolini, firmò con il Goi il cosiddetto “lodo Spadolini”: una transazione in base alla quale il Senato concesse l’uso di parte del Palazzo come «sede del Museo storico della Massoneria italiana».
Cosa mai avvenuta. E giù con i ricorsi per riottenere la sede. Risultato? Nulla di fatto. Il Consiglio di Stato non si è pronunciato, ritenendo che sulla questione debba decidere il giudice ordinario e non la giustizia amministrativa. La palla passa quindi al tribunale. E la saga continua.