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Casa dell’ex ministro Trenta al marito, la Procura militare di Roma apre un fascicolo. Lei si difende: “È tutto regolare”

Immagine di copertina
Elisabetta Trenta Credit: Ansa

La ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta (M5S) è al centro delle polemiche per la casa ottenuta quando era al Governo e ancora a sua disposizione, perché è stata assegnata a suo marito, il maggiore dell’Esercito Claudio Passarelli

La Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sul caso Trenta

La Procura militare di Roma ha aperto un fascicolo sull’alloggio ministeriale in cui abita la ex ministra della Difesa Trenta. Per il momento non ci sono indagati né ipotesi di reato e si tratta di un mero accertamento conoscitivo.

La ex ministra della Difesa del governo giallo-verde infatti come scoperto dal Corriere della Sera vive ancora insieme al marito militare nell’alloggio ministeriale che le era stato assegnato quando era al governo. La ministra si è però difesa dalle accuse spiegando che secondo la procedura l’alloggio doveva essere lasciato entro tre mesi dalla fine dell’incarico, termine che ancora non è scaduto.

Il marito della ministra è inoltre un ufficiale dell’esercito con un incarico di prima fascia e quindi formalmente secondo la ministra avrebbe diritto allo stesso alloggio che le era stato assegnato in precedenza. La Trenta, infatti, durante il suo mandato non avrebbe richiesto un alloggio di rappresentanza (noto come Asir) ma un’abitazione del livello prima fascia assegnata anche agli ufficiali (Asi). Nell’ambito della procedura quindi il marito avrebbe ottenuto la riassegnazione dell’alloggio in cui abitava già prima con la ministra.

Luigi Di Maio attacca l’ex ministra Trenta

A intervenire per primo contro l’ex titolare della Difesa è stato il capo politico Luigi Di Maio che, a Rtl 102.5, afferma: “È inaccettabile: Trenta ha smesso di fare la ministra, aveva tre mesi per lasciare la casa, ed è bene che la lasci. Se il marito, come ufficiale, ha diritto all’alloggio può fare domanda e potrà accedere come gli altri ufficiali dell’esercito a un appartamento. Questa cosa fa arrabbiare i cittadini e anche noi del m5s, gli unici deputati che si tagliano gli stipendi”, ha dichiarato.

Secondo Luigi Di Maio “sicuramente il marito avrà diritto a quell’alloggio. Ma è opportuno che in questo momento la ministra, dopo aver avuto tre mesi di tempo per lasciarlo, lasci quell’alloggio. Poi il marito farà la richiesta per ottenere l’alloggio come tutti gli ufficiali dell’Esercito seguendo la normale graduatoria. È la cosa più corretta da fare”.

Trenta scaricata anche dai Cinque Stelle

La presa di distanza che fa più rumore è quella del suo partito che, per voce di Stefano Buffagni, le chiede esplicitamente di lasciare l’appartamento. “Ho letto stamattina la notizia dell’ex Ministro Trenta sull’immobile di pregio assegnato al marito, in cui vive. Ho altresì letto – sottolinea il viceministro allo Sviluppo economico – la risposta dell’ex Ministro Trenta: formalmente pare anche ineccepibile, ma non è da 5 stelle! Noi siamo nati con un’altra missione, stare nei palazzi rischia sempre di contaminarci, di cambiarci ed è contro questa “droga” che dobbiamo tenere alta l’attenzione”.

“Non sono mai stato un giustizialista – prosegue Buffagni – e capisco che durante il mandato possano nascere esigenze funzionali. Ma se fosse stato uno del Pd o uno della Lega ad assegnare al marito una casa di quel genere da tenere anche dopo il mandato cosa avremmo detto?”.

Le accuse del Pd e di Fratelli d’Italia

“Urlano ‘onestà’ ma pensano solo a occupare le poltrone e, a quanto pare, gli appartamenti di servizio”, ha accusato la senatrice di Forza Italia. “I privilegi sono ‘di casa’ per i grillini”, è il commento sarcastico di Fratelli d’Italia.

Irritato anche il Pd: il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci chiede all’ex ministra di chiarire “velocemente” e annuncia una interrogazione urgente.

La risposta della Trenta

Nonostante le critiche da parte di Luigi Di Maio e Stefano Buffagni, Elisabetta Trenta è decisa a non lasciare l’appartamento che aveva ottenuto quando era titolare del ministero della Difesa.

L’ex ministra ha spiegato in un post su Facebook come fosse rimasta nell’abitazione perché la casa era stata riassegnata al marito. Una giustificazione che non le aveva risparmiato critiche dallo stesso Movimento 5 Stelle.

Nonostante l’ex ministra abbia già una casa intestata a suo nome nella Capitale, nel quartiere Pigneto, Elisabetta Trenta tiene il punto sull’appartamento “di servizio”: “Mio marito ha la residenza nella sua città quindi ha diritto a un alloggio dove lavora”.

“Non ho chiesto subito l’alloggio – spiega – ho resistito il più possibile nel mio, ma un ministro durante la sua attività ha necessità di parlare con le persone in modo riservato, avevo bisogno di un posto sicuro. E anche adesso ne ho bisogno, un alloggio grande mi serve e anche che sia in una zona sicura”.

L’ex ministra poi ipotizza che la vicenda della casa sia “un attacco premeditato” contro di lei, ma che ha un obiettivo più grande: forse Conte o la Link Campus dove lavora (finita al centro delle polemiche per il filone italiano del Russiagate). Ma Trenta esclude categoricamente di lasciare il Movimento: “Ci rimarrò di sicuro”.

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