Manovra, nuova stretta al reddito di cittadinanza: l’offerta non dovrà più essere “congrua”
Manovra, nuova stretta al reddito di cittadinanza: l’offerta non dovrà più essere “congrua”
Non dovrà più essere “congrua” la prima, e unica, offerta di lavoro che i percettori del reddito di cittadinanza saranno tenuti ad accettare per non perdere il diritto al sussidio. È solo l’ultima delle strette introdotte nella proposta di legge di bilancio, che la maggioranza spera di approvare in tempi brevissimi per evitare l’esercizio provvisorio.
Un emendamento approvato dalla commissione Bilancio della Camera rimuove la parola “congrua” dal testo della norma, che prevede per i beneficiari del reddito di cittadinanza la perdita del sussidio se si rifiuta una sola offerta di lavoro congrua (in passato erano tre).
La congruità dell’offerta è valutata in base alle esperienze e alle competenze del percettore e anche la distanza dal posto di lavoro, che deve essere situato entro 80 chilometri dall’abitazione del beneficiario e raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi pubblici. L’emendamento, firmato da Maurizio Lupi di Noi Moderati, prevede invece che i beneficiari potranno perdere il diritto al sussidio al rifiuto di una sola offerta di lavoro in qualsiasi parte del territorio nazionale.
Un’altra stretta, introdotta da un emendamento del deputato leghista Rossano Sasso, limita l’erogazione del reddito di cittadinanza solo a chi a terminato la scuola dell’obbligo, se il percettore ha tra i 18 e i 29 anni. Una richiesta fatta nelle scorse settimane anche dal ministro dell’Istruzione Valditara.
Altre novità riguardano l’erogazione dell’assegno ai beneficiari considerati occupabili solo per 7 mesi del prossimo anno, invece che per gli 8 mesi ipotizzati in precedenza. Inoltre è stato proposto l’aumento da 6mila a 8mila euro della “soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali” per gli imprenditori che assumono con contratto a tempo indeterminato i beneficiari.
Inoltre, una proposta approvata dalla commissione Bilancio prevede l’erogazione della quota del sussidio prevista per l’alloggio, in caso di abitazione in affitto, direttamente al locatore dell’immobile. In base all’emendamento, il percettore dovrà comunicare all’Inps i dati del locatore, secondo le modalità che verranno definite con un decreto del ministro del Lavoro.
Il reddito di cittadinanza è attualmente percepito da 1,15 milioni di famiglie, con un importo medio di 552 euro per nucleo. Dal 2024, secondo quanto previsto dal governo nella bozza della manovra, sarà abrogato.