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Home » Politica

M5S, stop alla regola dei due mandati e alleanze per le comunali: domani il voto su Rousseau

Immagine di copertina
A sinistra Virginia Raggi, a destra Vito Crimi

Lo stop al tetto massimo di due mandati per le elezioni comunali e le alleanze del M5S con i partiti tradizionali a livello comunale. Sono questi i due temi su cui si esprimeranno domani gli iscritti alla piattaforma Rousseau, secondo quanto si legge sul Blog delle stelle. Il voto si terrà dalle 12 di domani alle 12 di venerdì. Il primo dei due quesiti – quello sulla modifica del mandato zero dei consiglieri comunali – se approvato consentirebbe a Virginia Raggi di ricandidarsi a sindaco di Roma per il M5S, superando il tetto dei due mandati (dal momento che ha svolto il suo primo mandato da consigliere comunale tra il 2013 ed il 2015).

“Un iscritto può considerare il primo e/o l’unico mandato da consigliere comunale/ municipale e/o Presidente di Municipio come nullo al fine del conteggio dei due mandati”, si legge nel testo del quesito. “In aggiunta un consigliere comunale in carica, può decidere di candidarsi ad una qualsiasi carica elettiva ed interrompere il  mandato comunale in caso di elezione. Per i consiglieri e/o Presidenti di Municipio di un gruppo di maggioranza è necessario che tutti gli altri consiglieri all’unanimità diano il consenso alla candidatura”.

Crimi: “Modifica ai mandati non è deroga nostri principi”

Il capo politico del M5S Vito Crimi chiede ai sostenitori del Movimento 5 stelle una “riflessione” sul limite del doppio mandato per gli eletti nei Consigli comunali, luoghi dove – sostiene – il “professionismo della politica” è quasi inesistente e cede il passo al “puro spirito di servizio”. E propone una eventuale modifica alle regole attuali “non come deroga o passo indietro” ai principi del M5s ma come “riconoscimento di una realtà di fatto”.

“Abbiamo già approvato a larga maggioranza il concetto di ‘mandato zero’ che ha però mostrato, nella sua concreta applicazione, delle criticità dovute alla complessità”, aggiunge Crimi. “Per questo motivo, anche nell’ottica di semplificare e di rendere più flessibili le nostre regole interne, intendo sottoporre alla decisione degli iscritti la proposta di stabilire che un mandato da consigliere comunale deve intendersi come escluso dal computo dei due mandati, in qualunque momento esso sia svolto”.

“Voglio essere chiaro: un eventuale cambiamento non è da intendersi come una deroga o passo indietro sui nostri principi (per noi la politica sarà sempre essere al servizio dei cittadini e del Paese e non per se stessi), ma il riconoscimento di una realtà di fatto, che può aiutarci a crescere, maturare e migliorarci”, conclude.

Mandato zero dei consiglieri comunali, le polemiche

Contro la decisione di sottoporre la questione agli iscritti in questo momento si è schierato Enrico Stefano, esponente del M5s a Roma, dal 2013 in Assemblea Capitolina, che si dice contrario alla ricandidatura di Virginia Raggi. “Oggi c’è una regola nel MoVimento, giusta o sbagliata, ma c’è. Vogliamo aprire una riflessione su questa regola? Sicuramente ce ne sarebbe bisogno, e io non sono una persona dogmatica ma assolutamente pratica. E sono d’accordo che debba essere rivista. Ma non a dieci mesi dalla tornata elettorale e quando si è coinvolti in prima persona. Sindaci che proposero la stessa cosa qualche anno fa furono cacciati dal MoVimento e accusati di poltronismo, mi chiedo, cosa è cambiato oggi?”, scrive Stefano su Facebook.

Il vice ministro M5s allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, sceglie invece di citare su Facebook una frase di Gianroberto Casaleggio, di cui pubblica un vecchia foto insieme all’altro fondatore del Movimento 5 stelle Beppe Grillo. “Ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli”, scrive Buffagni, che in un successivo post sulla sua pagina critica duramente la decisione del voto su Roussea.


Un duro attacco arriva dall’opposizione: “Far votare gli iscritti alla vigilia di Ferragosto per abolire due regole che di fatto sono già superate”, attacca su Twitter Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. “Più che democrazia diretta, quella del M5S è una democrazia farlocca. Chi fa politica seriamente si assume la responsabilità delle proprie decisioni”.

Leggi anche: Tutti a litigare su Virginia Raggi, ma nessun partito ha delle proposte serie per risollevare Roma (di G. Cavalli)

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