M5S, se Conte fa la scissione possibile un rimpasto di governo: ecco i ministri a rischio
Un’ombra ancora più grande della scissione cala sul caos del Movimento Cinque Stelle: il rimpasto di governo. Un’ipotesi che conoscono i ministri e anche il premier Mario Draghi e che spaventa molti prima del voto del 2023.
Vediamo un po’ di numeri: il movimento fondato da Beppe Grillo conta oggi 75 senatori e 161 deputati. Complessivamente si tratta del 25 per cento dei parlamentari. I gruppi del M5S sono tuttora i più numerosi sia alla Camera che al Senato, nonostante le quasi cento defezioni subite dall’inizio della legislatura. Inoltre, nessun altra sigla conta quattro ministeri (incluso quello degli Esteri, l’unico di prima fascia non assegnato a un tecnico) e undici sottosegretari.
Per questo un terremoto interno al M5S spaventa l’esecutivo di Draghi: nel momento in cui queste condizioni cambiassero, s’ imporrebbe una “ridefinizione” degli equilibri. E la scissione che Giuseppe Conte conferma di voler fare e “non lasciare i sogni politici in un cassetto” avrebbe notevoli conseguenze.
La prima: se il Movimento implode, la prima forza politica in Parlamento diventa la Lega. Basterebbe infatti la fuga dal M5S di 12 senatori e 30 deputati, e quelli che si dicono pronti a seguire Conte sono anche di più.
La seconda: la ridistribuzione degli incarichi sarebbe necessaria se la gran parte della squadra di governo dovesse trovarsi in una sigla e il grosso degli eletti nell’altra.
Ultima conseguenza, ma non per importanza: anche il peso dei ministeri andrebbe ridiscusso. Per esempio: che fine farebbe l’attuale ministro all’Agricoltura in quota 5 Stelle Patuanelli, dopo essere sempre rimasto contiano e aver fatto la guerra a Draghi contro lo stop al cashback? Con lo sfaldamento pentastellato il governo avrebbe tutto un altro sapore.