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M5S, gli iscritti votano sì alla riorganizzazione del Movimento: via libera al “mandato zero”

Immagine di copertina

Passano le novità volute dai vertici

 M5S, gli iscritti votano sì alla riorganizzazione del Movimento

Via libera da parte degli iscritti del M5S alla riorganizzazione del Movimento.

Sulla piattaforma Rousseau, al termine della votazione online durata due giorni, tutti e 5 i punti della riforma del M5S ottengono l’ok: il mandato zero per i consiglieri comunali, la nuova organizzazione regionale, la candidatura dei consiglieri comunali durante il secondo mandato, il team di facilitatori nazionali e l’apertura alle civiche.

In totale sono state espresse 123.755 preferenze.

I voti degli iscritti

L’introduzione del mandato zero per i consiglieri comunali – che tanta ironia ha provocato sui social e non solo – ha ottenuto il 68 per cento di sì, pari a 17mila voti favorevoli; la possibilità per un consigliere comunale di candidarsi durante il secondo mandato ha avuto il 60 per cento (15mila sì, una percentuale alta, ma comunque più bassa rispetto agli altri quesiti); l’ipotesi di alleanza con le liste civiche ha avuto il 78 per cento di voti favorevoli; la nuova organizzazione regionale del Movimento l’85,1 per cento; quella nazionale l’84,8 per cento.

Cos’è il “mandato zero”

La regola del “mandato zero” è stata annunciata e illustrata lunedì 22 luglio, dal capo politico del M5S, Luigi Di Maio, con un video pubblicato sulla sua pagina Facebook. Il “mandato zero”, ha spiegato Di Maio nel tutorial, “è un mandato, il primo, che non si conta nella regola dei due mandati, cioè un mandato che non vale”.

“Se tu vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo porti avanti tutto e poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco, allora il tuo secondo mandato, quello precedente, cioè il mandato zero, non vale”, ha precisato il leader dei Cinque Stelle.

In realtà lo stesso Beppe Grillo aveva espresso le sue perplessità sulle novità che riguardano la deroga al tetto dei due mandati parafrasando una canzone di Julio Iglesias.

Il passaggio della riorganizzazione è stato maturato dopo il tracollo alle elezioni regionali, prima in Abruzzo e poi in Sardegna, che cade nel momento più delicato per la creatura politica fondata nel 2009 da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio.

 

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