Cosa pensa il M5S del Venezuela di Chavez e Maduro
Un giornale spagnolo ha accusato il Movimento di aver ricevuto 3,5 milioni di dollari del regime venezuelano di Hugo Chavez nel 2010. Ma quali sono state le posizioni politiche dei pentastellati sul Venezuela in questi anni?
Il Movimento Cinque Stelle ha smentito e bollato come “fake news” la notizia, pubblicata dal quotidiano spagnolo Abc, secondo la quale il Venezuela guidato da Hugo Chavez finanziò nel 2010 con 3,5 milioni di dollari il partito fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. La notizia è basata su alcuni documenti pubblicati in esclusiva da Abc, la cui autenticità è stata messa in dubbio da una serie di dettagli, come il timbro. Sorprende anche la tempistica, visto che arriva in un momento in cui M5s è spaccato sul proprio futuro, come dimostra la polemica a distanza tra Alessandro Di Battista e il co-fondatore Beppe Grillo a proposito della leadership di Giuseppe Conte. Ma quali sono state in questi anni le posizioni politiche del Movimento 5 Stelle a proposito del Venezuela di Maduro?
Negli ultimi anni la politica M5S nei confronti del Venezuela è stata caratterizzata dalla neutralità e dall’assenza di condanne, che talvolta ha aperto la strada ad alcune ambiguità. Già nel 2015 M5S organizzò un convegno alla Camera dei deputati intitolato: “L’Alba di una nuova Europa”. “Alba” è l’acronimo di Alleanza bolivariana per le Americhe, l’organizzazione fondata da Hugo Chavez e Fidel Castro. Al convegno, dove sono presenti anche Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano, effettivamente emerge la questione venezuelana e Luciano Vasapollo, docente alla Sapienza, dichiara: “Voglio dare un grande applauso al governo Maduro, al popolo bolivariano, ai compagni venezuelani che stanno subendo un attacco senza precedenti”.
Due anni dopo, nel 2017, il Venezuela è ormai alla fame. Di Stefano si reca insieme alla deputata Ornella Bertorotta e a Vito Petrocelli, presidente comitato italiani all’estero, a Caracas per incontrare i nostri connazionali in Venezuela, e assistere alle commemorazioni per la morte di Hugo Chavez. “Anche in Italia si sta male”, risponde Bertorotta in conferenza stampa a chi fa notare le difficoltà della vita nel paese. A gennaio 2018, in una mozione del M5S sul Venezuela, di cui Manlio Di Stefano è firmatario, si sottolinea che con Chavez “la fame è stata ridotta del 21 per cento” e sono stati costruiti 13mila centri medici e infine che “l’Unesco ha dichiarato il Venezuela paese libero dall’analfabetismo nel 2005”.
L’anno successivo, quando la situazione in Venezuela precipita e Juan Guaidò si fa avanti come antagonista del regime, i governi occidentali si stanno schierando dalla sua parte, ma in quei giorni il Movimento – al governo con la Lega – è titubante. “Non riconosciamo Maduro ma nemmeno un presidente che si autoproclama come Guaidò”, dichiara Di Stefano in televisione. “Firmare l’ultimatum della Ue al Venezuela è una stronzata megagalattica”, scrive invece Di Battista sui social. “Chi è la Ue per legittimare un tizio che si sveglia la mattina e dice di essere il nuovo presidente?”. Alla fine di gennaio l’Europarlamento approva a maggioranza una risoluzione non legislativa che riconosce Guaidó presidente dell’Assemblea Nazionale di Caracas: si astengono sia i deputati del M5s che quelli della Lega, oltre a 5 del Pd.
Il 12 febbraio, intervenendo alla Camera, il deputato M5S Pino Cabras dichiara che il movimento è contro Guaidò ma non è automaticamente a favore di Maduro. Alla fine di aprile, ancora una volta, il Movimento al governo si schiera diversamente rispetto al resto d’Europa (e anche all’alleato leghista) e in una nota esprime “profonda preoccupazione per il tentativo di colpo di stato in corso e per il rischio di una deriva violenta”. Si arriva così a luglio 2019, quando il Parlamento europeo vota una risoluzione di sostegno a Juan Guaidò e chiede sanzioni economiche nei confronti del regime venezuelano. Stavolta a votare a favore sono tutti i partiti italiani, ad eccezione degli europarlamentari M5S che si astengono.
Soldi dal Venezuela al M5S, le smentite
“Il Movimento 5 stelle è sempre stato finanziato in modo trasparente e siamo gli unici ad aver reso pubblici tutti i bilanci, anche di dettaglio, prima ancora che fosse la legge a richiederlo”, ha scritto ieri in un post pubblicato sul Blog delle stelle Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto e presidente dell’Associazione Rousseau. “Il Movimento 5 Stelle non ha mai ricevuto finanziamenti occulti. Il Governo attuale venezuelano ha smentito la fake news. Mio padre non è mai andato in Venezuela”.
“Ho già detto quello che avevo da dire, cioè che è la più grande fake news del secolo, quindi non mi interessa parlarne”, risponde oggi il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano quando TPI lo contatta telefonicamente e gli chiede un commento alla vicenda. “Noi abbiamo rinunciato nel 2013 a 50 milioni di rimborsi elettorali, quale sarebbe il senso di prendere 3,5 milioni [dal Venezuela?]”, aveva dichiarato poche ore prima Di Stefano. “A parte che è una tangente, una cosa che non ci appartiene”, aggiunge. Ma le smentite arrivano anche dal ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, (che minaccia: “Intraprenderemo azioni legali”) e dal console venezuelano a Milano, Gian Carlo Di Martino, che secondo Abc fece da intermediario per la transazione finale a Casaleggio, e che definisce l’articolo “diffamatorio non solo contro di me, ma anche contro l’intelligence italiana”.
“Per smentire qualcosa ed essere convincenti, conviene ripassare la propria storia”, si legge intanto in un editoriale pubblicato oggi dal giornale spagnolo Abc. Nell’editoriale si ribadisce che la notizia è provata da un “documento classificato del regime di Caracas, che chiarisce la transazione da Chavez a Gianroberto Casaleggio con date, nomi e cognomi”, spiegando che il Movimento l’ha smentito citando la vecchia “fake news” diffusa nel 2006. In realtà, scrive oggi Abc, quella sarebbe un’altra cosa, “poiché in quell’anno Tarek el Aissam non era un ministro dell’Interno del Venezuela mentre lo era nel 2010, quando ha approvato la transazione, secondo il documento pubblicato da Abc“.
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