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Malumore nel M5S per l’oltranzismo di Conte sulla giustizia, ma alla fine l’ex premier darà l’ok

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Giuseppe Conte, leader in pectore del M5S. Credit: Facebook

La delega al Parlamento sull’individuazione dei reati da perseguire prioritariamente è, per Giuseppe Conte, “una norma critica”. “Per carità – prosegue l’ex presidente del Consiglio dopo un incontro alla Camera con i parlamentari M5S – in altri ordinamenti indirizzi del genere sono previsti, ma, quando lo caliamo nel nostro, conosciamo, come dire, i rapporti difficili del passato tra politica e magistratura”.

Dunque, osserva ancora Conte, “è bene lasciare e realizzare appieno il principio costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale”, tenendo conto che “gli interventi del Parlamento possono essere molto, molto delicati”.

L’ex avvocato del popolo, che ormai sembra essere diventato l’avvocato della magistratura, dimentica però di ricordare che troppo spesso nel Belpaese tricolore “obbligatorietà” fa rima con “discrezionalità”. E quando parla dei pessimi rapporti tra politica e magistratura non ricorda quanto siano difficili i rapporti anche all’interno della magistratura.

Più che preoccuparsi di dare lezioni di diritto, peraltro, Conte dovrebbe preoccuparsi di quello che sta accadendo all’interno del Movimento 5 Stelle. Tra i gruppi parlamentari c’è molta agitazione e la linea dura dell’ex premier non sta riscuotendo grandi consensi: “Non ne possiamo più di farci dettare continuamente la linea dai quotidiani amici”, tanto più se “se si tratta di una linea oltranzista quando tutti sanno che il nuovo Movimento è nato come forza tranquilla, moderata e istituzionale per volontà dello stesso Conte”.

In poche parole, per la maggior parte dei componenti dei gruppi parlamentari, i nuovi Cinque Stelle non sono nati certo per mettersi a fare le barricate. Semmai per tenersi il seggio e tirare a campare fino al 2023.

La convinzione comune, tuttavia, è che Conte tirerà la corda fino all’ultimo secondo possibile ma poi dovrà cedere perché questo è quello che ha assicurato a Beppe Grillo. A proposito, avete notato che Grillo da un po’ sta in silenzio?

Il vero motivo, spiega un big del M5S, è che l’ex premier gli ha garantito che il Movimento alla fine non si opporrà alla fiducia. Per questo il  garante gli ha lasciato spazio nell’interlocuzione con Mario Draghi, facendo per il momento un passo indietro. E se ne sta buono buono in attesa che l’accordo si chiuda.

Poi c’è il capitolo sondaggi. In quelli più riservati si è scoperto che il Conte moderato porta consensi ai Cinque Stelle: nei report effettuati paga almeno 3 punti in più rispetto al Conte “oltranzista”. Come a dire che Conte ha “le physique du role” del leader politico sobrio ed equilibrato, non certo del barricadero. Stando ai numeri, Conte e il M5S hanno tutto da guadagnare a mostrarsi moderati.

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