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M5s, Grillo: “Il limite dei due mandati non si tocca”. Malumori tra i deputati: “Serve una deroga”

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Continua a tenere banco in casa 5 Stelle il tema del doppio mandato. Beppe Grillo ha confermato la “forte indicazione” che il limite ai due mandati debba restare “un tema identitario imprescindibile” e “senza deroghe”. D’altronde era stato uno dei principi chiave del Movimento delle origini, pensato per far sì che gli eletti non diventassero dei professionisti della politica, ma dei servitori delle istituzioni, in grado di ritornare al proprio mestiere una volta conclusa l’esperienza nel “palazzo”.

Ma l’avvicinarsi della fine della legislatura e la scissione avvenuta con Di Maio e i suoi ha riportato l’argomento al centro del confronto interno. Il fondatore sembra intenzionato a ritornare nuovamente protagonista, probabilmente perché non contento della gestione Conte. Sull’ipotesi di un terzo mandato, dunque, Grillo sembra non voler sentire ragione, come trapela da alcuni deputati del Movimento che hanno partecipato alle riunioni in corso con lui alla Camera.

Ma sul tema doppio mandato non tutti sono d’accordo con il fondatore e tra gli stessi eletti del Movimento si sta rafforzando la fronda di chi invoca scelte differenti. I deputati grillini hanno fatto presente che è necessario presentare un candidato M5s alle primarie di centrosinistra per le Regionali in Sicilia, dunque serve una deroga al vincolo dei due mandati. Una modifica che dovrebbe arrivare in tempi rapidissimi per sbloccare la candidatura di Giancarlo Cancelleri in vista della sfida elettorale del prossimo autunno. L’altro nome forte, secondo le stesse fonti, sarebbe quello di Nuccio Di Paola, capogruppo 5 stelle all’Ars.

Gli spiragli per una trattativa sono molto stretti. “Per me la regola dei due mandati non si tocca, è un principio inderogabile. Si potrebbe pensare a qualche eccezione, ma vediamo ora i dettagli con Giuseppe Conte…”, ha spiegato ai suoi Grillo, secondo quanto riporta l’Adnkronos. “Al limite si potrebbe pensare a consiglieri per i quali si deroga per candidarli a presidente di regione, o a organi diversi…”, si sarebbe lasciato sfuggire il comico genovese per quanto riguarda il voto in Sicilia.

Ma da Grillo ancora il placet non è arrivato. Il timore sarebbe quello di creare un pericoloso precedente che potrebbe poi alimentare ulteriori spaccature nel Movimento, che già vive il momento di maggior crisi della sua storia. Ulteriori passi falsi, e Grillo lo sa bene, sarebbero fatali per la sua creatura politica.

Leggi anche: Di Battista a TPI: “Mi siederei al tavolo con Conte solo se il M5S esce dal governo prima dell’estate”

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