Lettera a TPI: “Buon Ferragosto Virginia”
Lettera di un lettore di TPI alla redazione:
Conte, non è mai stato un 5S, sta portando a termine la normalizzazione che l’establishment auspicava da tempo. Dopo aver irregimentato i grillini nella sobria location di centrosinistra, a Lui tanto cara, ha tolto loro anche l’uso della parola che “offende” i ladri di stato, la parola come unico strumento per arrivare a quel famoso 33% senza alcuna ombra di violenza, spaventando i ladri di stato più dell’esercizio della violenza.
Ma Virginia fa buon viso a cattivo gioco, il gioco sporco di quel PD che l’ha odiata sin dal primo giorno del suo insediamento, un odio condiviso da altri invidiosi 5S in Regione Lazio, gli stessi che hanno occupato ruoli apicali di garanzia nel Movimento, insieme a trombati di altre regioni.
Virginia è stata massacrata mediaticamente, giuridicamente e materialmente da coloro che oggi dovrebbero accettare come alleati. Ha subito insulti sessisti, tacciata di incompetenza nonostante i cinque anni passati in Comune come consigliere, denunciata penalmente per questioni risibili, assolta due volte perché ad un PM non era bastato il primo grado.
Il debito di Roma non è aumentato di un cent nonostante debba restituire 500 milioni l’anno per gli sfracelli generati dai predecessori (Marino escluso), a cominciare dall’abbandono ventennale degli ottomila km della rete stradale capitolina.
L’ATAC non è fallita è non è passata ai privati, nel contratto integrativo ACEA è di nuovo previsto l’art 18, sono state abbattute le ville a coloro che regnavano incontrastati da decenni, sono state assegnate case ai rom perbene che la sindaca ha difeso in prima persona nell’inferno di quel giorno in cui le teste pelate schiacciavano i panini destinati ai loro numerosi bambini, ha raccolto rifiuti con una municipalizzata marcia di connivenze clientelari se non delinquenziali, con i TMB dati alle fiamme insieme a 200 cassonetti da inizio 2021, con una guerra aperta da parte di chi avrebbe dovuto ricevere il materiale raccolto, quella Regione Lazio a trazione PD, proprio quello della “futura alleanza”, la Regione Lazio che nel 2017, in piena siccità e con la pineta di Castelfusano a fuoco, chiude a Roma i rubinetti emergenziali del lago di Bracciano lasciando a secco chi aveva “osato” eleggere quel Sindaco, con i romani che ancora insistono a buttare materassi, comodini e televisori ai piedi dei cassonetti.
Virginia ci riprova dopo aver ricostruito 800 km di strade e tolto almeno le buche dalle restanti, dopo aver regolarizzato ogni appalto attraverso gare pubbliche. Non si può pretendere che una città vissuta duemila anni in conflitto con la corruzione delle eterne lotte di potere, possa, come d’incanto, essere, da un giorno all’altro, come Ginevra, ma oggi, a Roma, si ruba meno, “se magna de meno” e questo, in piccola parte, lo dobbiamo ad un personaggio che non dividerà mai la tavola con Buzzi e Casamonica, come in passato fecero il sindaco di “centrodestra” Gianni Alemanno e il ministro del lavoro PD Giuliano Poletti.
Virginia, anche se perderai contro altri soggetti messi lì da quegli stessi schieramenti che un tempo hanno rovinato Roma e tutta l’Italia, lo farai insieme ai tuoi errori ma con onore e a testa alta.
Virginia, alcuni di noi lo sanno che ancora respiri l’aria del vero Movimento Cinque Stelle, lo sa anche Conte e non è un buon segno, ma se proprio non ce la farai, vorrà dire che i romani avranno qualcuno che saprà rappresentarli meglio e Tu tornerai nel tuo piccolo appartamento ad Ottavia con la coscienza a posto di chi pensa che anche quello sarà un bel giorno per morire.
Maurizio Contigiani