Retroscena: i parlamentari M5S sfiduciano Di Maio, al suo posto vogliono Patuanelli come capo politico
M5S, Di Maio sfiduciato dai parlamentari: al suo posto vogliono Patuanelli
Di Maio è ormai alle strette all’interno del Movimento 5 Stelle. A poco è servito l’intervento di Beppe Grillo, che lo ha confermato capo politico. L’assemblea dei parlamentari è letteralmente in subbuglio e da tempo gli eletti premono per la sostituzione di Di Maio.
Troppi gli errori commessi durante i 18 mesi di governo con la Lega di Matteo Salvini e che hanno portato il M5S a dimezzare il proprio consenso elettorale. Ma a rendere Di Maio ormai inadatto al ruolo di capo politico, secondo molti tra i pentastellati, sono anche la sua scarsa propensione all’ascolto e la tendenza all’accentramento del potere decisionale, completamente antitetica ai valori originari del Movimento.
Le roventi polemiche interne che si stanno scatenando in queste settimane – complice il fatto che la Legge di Bilancio sembra non essere realmente condivisa all’interno del gruppo parlamentare – rischiano di mettere la parola fine all’esperienza del ministro degli Esteri alla guida del M5S.
A far deflagrare ulteriormente lo scontro è stata in particolare la decisione di presentare alla Camera una Legge di Bilancio blindata, senza lasciare agli eletti la possibilità di presentare emendamenti.
Nelle chat interne del Movimento 5 Stelle i parlamentari hanno dato sfogo a tutto il loro malcontento e minacciato di spiegare pubblicamente alla stampa che cosa sta succedendo. Decine di deputati e senatori stanno cercando una via di fuga e tentando l’approdo in altri gruppi parlamentari, soprattutto nella Lega, per ora senza risultato.
Proprio questo crescente malcontento ha portato l’assemblea degli eletti a individuare, in via informale, un nuovo capo politico per il Movimento 5 Stelle. La votazione ufficiosa ha già avuto luogo e la maggioranza ha scelto di designare l’attuale ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, come capo politico del M5S per il post-Di Maio.
Perché proprio Patuanelli e non una figura più di spicco come Alessandro Di Battista, da sempre considerato il successore designato per antonomasia? La risposta sta nel fatto che Patuanelli nel corso di questi anni si è fatto benvolere da tutti i parlamentari del pentastellati per la sua innata capacità di ascolto e di mediazione. Le stesse qualità che, secondo molti eletti, mancano a Di Maio portandolo a commettere irreparabili errori e a spingere alla fuga storici attivisti e colonne del M5S come le senatrici Elena Fattori e Paola Nugnes.