M5S: Di Maio, Raggi e Fico in lizza per il comitato di garanzia di Conte
I soliti bene informati sono pronti a scommettere che per il comitato di garanzia M5s, i nomi a entrare saranno quelli di Roberto Fico, Luigi Di Maio e Virginia Raggi. Gli iscritti voteranno domani, i nomi dei fortunati si sapranno in tarda serata e in lizza, pronti a vigilare sulla corretta applicazione del nuovo statuto e sull’operato del presidente Giuseppe Conte sono in sei, indicati da Beppe Grillo: oltre al Presidente della Camera, al Ministro degli Esteri e alla Sindaca di Roma, c’è la deputata Carla Ruocco, l’Europarlamentare Tiziana Beghin e il consigliere umbro Andrea Liberati. Ma giovedì prossimo ci sarà anche un’altra votazione, quella per decidere a chi devolvere le restituzioni dei parlamentari. A 48 ore dal voto però non c’è ancora alcun dettaglio in merito. Pare infatti che i parlamentari non riescano a mettersi d’accordo.
Conte, ad esempio, aveva dichiarato che avrebbe voluto devolvere questi fondi agli afgani. Ci sarà questa opzione nel voto di giovedì o il neo presidente verrà smentito? Altra tegola: il fondo racchiude anche le restituzioni dei parlamentari espulsi che in diverse occasioni hanno diffidato il Movimento 5 Stelle a procedere alla votazione e a non usare questi fondi per altri motivi. Per diversi mesi, a causa dei mancati versamenti dei parlamentari, si ventilava la possibilità di utilizzare questi soldi per la struttura di Conte che richiederebbe milioni di budget a fronte invece del milione e 300 mila euro usato durante la gestione Rousseau per un’infrastruttura totalmente digitale. Per questo motivo infatti è stato chiesto ai parlamentari e regionali di versare più del triplo dei soldi ossia mille euro al posto dei 300 euro versati a Rousseau, ma con scarsi risultati tanto da prevedere la presenza di Conte solo nelle regioni nelle quali i parlamentari fossero stati in regola. Infine la domanda delle domande: che fine hanno fatto i fondi delle restituzioni delle recenti votazioni? Sono stati devoluti? Se sì a chi? Prima di votare i grillini vorrebbero risposte. Anche perché “in passato la piattaforma Tirendiconto consentiva di avere un quadro completo di come venivano spesi questi fondi mentre ora non è più così”.