M5S, il sospetto di Conte: c’è Di Maio dietro gli attacchi di Beppe Grillo?
La notizia del giorno è che Beppe Grillo, intorno alle 11 di questa mattina, ha lasciato Roma con tanti cari saluti a chi sperava in un immediato incontro chiarificatore con Giuseppe Conte. L’altra è che, tra il garante M5S e l’ex premier (leader pentastellato in pectore), è spuntato Di Maio.
Già l’altra sera, ascoltandolo in televisione fare elogi sperticati a Beppe Grillo – “È stato uno dei più grandi innovatori, quello che ci portava fuori dalle confort-zone, uno che ci dice le cose che succederanno tra 10 anni”, aveva detto il ministro degli Esteri, intervistato sul Nove, parlando del fondatore M5S – i contiani di più stretta osservanza si erano fatti piuttosto sospettosi: “Parla da capo”.
Poi, ieri, dopo l’intemerata di Grillo contro Conte e la presenza “de visu” di Di Maio pronto a battere le mani i sospetti si sono fatti quasi certezza: vuoi vedere che si sta puntando alla “rottura” per rimettere il Movimento nelle mani di “Giggino”?
D’altra parte, a differenza di “Giuseppi” – due volte presidente Consiglio sotto il segno dell’America trumpiana (ma evitate di parlarne con Draghi…) -, Di Maio non avrebbe certo problemi a sottostare ai diktat dell’Elevato, spiega un parlamentare 5Stelle.
“Tra i due non ci sarebbero problemi di sorta e in più Grillo avrebbe il totale controllo dei gruppi parlamentari perché Giggino è l’unico che ancora ascoltano”.
Ora per Conte la strada si fa dura: o molla tutto sbattendo la porta e tenta l’avvenuta in solitaria oppure accetta di essere un segretario a sovranità limitata, commissariato sin dal primo giorno dal comico genovese.
I contiani sono rimasti a dir poco spiazzati dagli attacchi di Grillo: “Ha avuto da ridire persino sui selfie”, spiegano. Per molti si tratta di quello postato da Conte all’Olimpico in occasione di Italia-Galles.
“Io la so fare la comunicazione”, il ragionamento di Grillo. “Ma mi spiegate che senso hanno le foto allo stadio o mentre mangiate la pizza? È roba vecchia, alla gente non gliene frega un c…”. Conte colpito e affondato. O, per dirla in gergo calcistico, tre a zero per il garante. Palla al centro.