Letta vuole abolire i tirocini e gli stage non retribuiti: “Si tratta di lavoro a costo zero”
Il Partito Democratico vuole abolire i tirocini non pagati, una realtà che la maggior parte dei giovani deve accettare prima di ottenere il primo contratto retribuito. Sul sito del partito si può leggere: “Gli stage sono nati come un’opportunità di inserimento occupazionale all’interno del proprio percorso di studi. Sempre di più, col tempo, questa misura è stata utilizzata in modo distorto, per garantirsi forza lavoro a costo zero senza offrire in cambio alcuna prospettiva e tutela ai lavoratori”.
La proposta è “l’obbligo di retribuzione per stage curriculari e l’abolizione degli stage extra-curriculari, salvo quelli attivati nei 12 mesi successivi alla conclusione di un percorso di studi, così da assicurare che lo strumento torni a rappresentare un’occasione di formazione (e non più di lavoro mascherato, come è ora). Contemporaneamente incentiveremo l’apprendistato come principale strumento di ingresso nel mercato del lavoro”. Resta quindi da capire se gli stage extra-curricolari attivati subito dopo il completamento degli studi continueranno a funzionare secondo i criteri attuali.
Gli stage extracurricolari e i tirocini formativi non vengono formalmente riconosciuti come contratti di lavoro, nonostante spesso il ruolo svolto dallo stagista sia identico, se non più faticoso, a quello degli altri impiegati. Gli stage extracurricolari prevedono un rimborso spese minimo di 300 euro secondo le linee guida del Governo. Ma la realtà è ben lontana dalla teoria, e spesso negli ultimi mesi diversi esempi di palese sfruttamento gratuito degli stagisti sono diventati virali.
La pratica è già stata condannata dal Parlamento europeo due anni fa. L’Italia di sicuro non è un esempio da seguire sotto questo profilo. Il segretario del PD ha detto di voler offrire ai giovani aiuti per l’affitto e più garanzie sul lavoro: le condizioni necessarie per andare a vivere fuori casa dei genitori prima di aver compiuto 30 anni.
Il programma non menziona l’alternanza scuola-lavoro, o PCTO, misura introdotta dalla Buona Scuola di Renzi che prevede un’esperienza lavorativa durante gli anni delle superiori. Quest’inverno i decessi di tre liceali proprio nell’ambito di queste ore di lavoro non retribuito avevano scatenato importanti proteste degli studenti. “Il PD ha le mani macchiate dal sangue di questi studenti” scandivano gli slogan dalle piazze.