Enrico Letta rilancia la battaglia per lo Ius soli, Salvini: “Cavolate, parte male”
Si è conclusa l’assemblea del Partito Democratico che ha eletto Enrico Letta come nuovo segretario. Nel suo discorso per la candidatura, Letta ha rilanciato una battaglia che in passato ha visto il Partito Democratico in forte difficoltà, quella sullo Ius soli: “Credo che sarebbe una buona cosa se il governo Draghi, il governo del tutti insieme, sia quello di una normativa sullo Ius soli”, ha detto il neo segretario dem che ha parlato del coraggio di fare opposizione.
Gli ha presto risposto il leader della Lega Matteo Salvini che ha commentato: “Letta e il Pd vogliono rilanciare lo Ius Soli, la cittadinanza facile per gli immigrati? Eh, buonanotte… Se torna da Parigi e parte così, parte male. Risolviamo i mille problemi che hanno gli italiani e gli stranieri regolari in questo momento, non perdiamo tempo in cavolate”, ha scritto su Twitter.
Lo Ius soli
Lo ius soli puro prevede che chi nasce nel territorio di un certo stato ottenga automaticamente la cittadinanza: ad oggi è valido ad esempio negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell’Unione Europea. Si è parlato invece di ius soli “temperato” quando un bambino nato in Italia diventa automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri: avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale; disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge; superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Negli ultimi anni si è spinto molto per ottenere almento lo ius culturae,che passa attraverso il sistema scolastico italiano. Potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.