“Ho preso un pugno”, “No, ho provato a darglielo ma non l’ho preso”: cosa sappiamo dell’aggressione alla Camera al deputato Donno (M5S)
Il presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana, ha chiesto che siano visionati tutti i filmati disponibili sull’aggressione avvenuta nell’aula di Montecitorio ieri, mercoledì 12 giugno, ai danni del deputato Leonardo Donno del Movimento 5 Stelle. Quando saranno più chiare la dinamica e le responsabilità dell’accaduto, il presidente Fontana potrebbe disporre provvedimenti disciplinari nei confronti dei parlamentari coinvolti.
Il caos è scoppiato durante l’esame del disegno di legge sull’Autonomia differenziata firmato dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, della Lega. La seduta aveva già raggiunto momenti di forte tensione, quando il deputato Donno si è avvicinato ai banchi del governo per consegnare al ministro Calderoli una bandiera italiana e tentare di avvolgergliela attorno al collo.
Mentre Caldeoroli indietreggiava e intervenivano gli addetti della Camera, il gesto è stato censurato dal presidente Fontana, che ha espulso Donno, ma in pochi attimi il deputato pentastellato è stato circondato da diversi colleghi della maggioranza che lo hanno aggredito: Donno è caduto a terra ed è stato necessario l’intervento dei medici, che hanno lo condotto fuori dall’aula su una sedia a rotelle.
Oltre all’onorevole del M5S, è rimasto coinvolto nel parapiglia un assistente parlamentare, che sarebbe stato colpito al volto e allo stomaco ed è stato portato a braccio in infermeria. La seduta è stata sospesa.
Leonardo Donno, 38 anni, alla sua seconda legislatura, ha raccontato in seguito: “Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come Mollicone, Amich, Cangiano. Poi sono arrivati tanti altri, i commessi… Io sono crollato, sentivo male al petto e facevo fatica a respirare”.
Il deputato incriminato, il leghista Igor Iezzi, 49 anni, alla sua seconda legislatura, smentisce però la versione fornita dal collega: “Ho provato a dare cazzotti, ma dal video si vede che non l’ho colpito”, ha ricostruito intervistato dal programma radiofonico La Zanzara, su Radio24. “Donno ha provato ad aggredire il ministro Calderoli, se gli avesse dato solo la bandiera non sarebbero intervenuti i commessi. Io ho avuto la mia reazione, ma si vede dai video che Donno cade come una pera dieci secondi dopo che io mi sono allontanato”.
“Non c’è stata violenza fisica”, prosegue Iezzi. “Io verrò espulso dall’Aula, Donno anche, ma andrebbe condannata la sua sceneggiata. Mi auguro che gli vengano dati giorni in più d’espulsione per questa sceneggiata. Non l’ho colpito, la mia è stata una reazione non giustificata ma causata da un motivo”.
Anche il deputato di FdI Enzo Amich nega di aver colpito Donno: “Assolutamente io non ho dato un pugno a Donno. Credo che non sia stato nemmeno toccato perché dalle immagini si vede che ha tutte le persone davanti, magari nel parapiglia, nel dividerlo, lui ha percepito quelli come colpi”, dice. “Semplicemente c’è stata una provocazione da parte di Donno, che è sceso tra i banchi col tricolore per andare incontro a un uomo di 75 anni, che è il ministro, e questo è comunque mancanza di rispetto”.
Anche un l’onorevole Federico Mollicone, pure lui di FdI, attacca Donno: “Il parapiglia – sostiene – è scoppiato in maniera strumentale da parte di un deputato M5S che in maniera oltraggiosa voleva avvolgere nel tricolore il ministro Calderoli. A quel punto è scoppiato il parapiglia ma nessuno ha avuto modo di entrare in contatto con lui perché era circondato da assistenti parlamentari. Quindi l’ipotesi è che sia una sceneggiata quella di buttarsi a terra e fingere un malore. Peraltro Fontana lo aveva appena espulso”.
Sul caso è intervenuto il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: “Siamo arrivati alle violenze dai banchi della maggioranza Meloni”, afferma. “Hanno aggredito il nostro Leonardo Donno perché ha portato il tricolore al ministro Calderoli, perché diciamo no alla secessione dell’Italia firmata Meloni, Salvini e Tajani. È uscito in barella dalla Camera dei deputati. Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro tricolore. Non passerete. Vergogna”.
La deputata pentastellata Vittoria Baldino parla di “squadristi spregiudicati e senza scrupoli”, mentre per la capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Braga “si è superato il limite”: “Abbiamo assistito a un’aggressione che ha dello squadrismo da parte di alcuni esponenti della Lega, in particolare dell’onorevole Iezzi, che ha picchiato un onorevole del M5s. Un atto di violenza mai visto in un’Aula parlamentare”, accusa.
Dopo la maxi rissa, il deputato del Pd Nico Stumpo è stato espulso per aver lanciato una sedia contro i banchi del governo (un gesto simbolico, non contro una persona).
Ma fin dalle prime battute la discussione a Montecitorio era stata molto accesa, tanto che la seduta era stata già sospesa più volte. Dai banchi dell’opposizione erano state mostrate bandiere tricolore e era stato accennato l’Inno di Mameli mentre alcuni deputati avevano occupato i banchi del governo urlando “Vergogna”. Prima di lasciare l’aula a causa della sospensione della seduta, alcuni parlamentari dell’opposizione avevano intonato “Bella ciao”, al ché il leghista Domenico Furgiuele aveva risposto facendo il gesto della X Mas, venendo anche lui espulso.
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