La legge elettorale arriverà in commissione alla Camera a metà dicembre, trova l’accordo nella maggioranza
La legge elettorale arriverà in commissione alla Camera a metà dicembre
La legge elettorale arriverà in Commissione alla Camera tra il 16 e il 20 dicembre. Il quattro partiti che compongono la maggioranza, Pd, M5s, Italia Viva e Leu, hanno trovato un accordo per far partire l’iter di riforma.
“Il primo incontro di maggioranza sulla legge elettorale è stato positivo, nel solco di quelli precedenti”. Si legge nel testo unitario concordato nel vertice di maggioranza con il ministro Federico D’Incà. “Abbiamo condiviso un calendario con due incontri nelle prossime due settimane, con l’obiettivo di incardinare la legge elettorale in Commissione alla Camera tra il 16 e il 20 dicembre”.
Non si conoscono dettagli sulla bozza di riforma, ma si sa già che verranno escluse soluzioni fondate sia su collegi uninominali maggioritari, che su modelli proporzionali senza correttivi.
“In coerenza con il programma di governo che si è posto l’obiettivo di incrementare le garanzie di rappresentanza democratiche, assicurando il pluralismo politico e territoriale, si è convenuto che non siano praticabili soluzioni fondate su collegi uninominali maggioritari né modelli proporzionali senza correttivi”, si legge nella nota.
La riforma della legge elettorale era una delle condizioni poste dal Partito democratico per accompagnare la riforma del taglio dei parlamentari, approvata in via definitiva lo scorso 8 ottobre 2019.
Alle ultime elezioni del 4 marzo 2018 l’Italia aveva votato con il cosiddetto Rosatellum, il sistema elettorale approvato sul finire della scorsa legislatura, dopo che la Consulta aveva bocciato, all’inizio del 2017, parte dell’Italicum, la legge precedentemente in vigore.
Come funziona il Rosatellum bis: la legge elettorale attuale
Il Rosatellum bis è un sistema elettorale misto: alla Camera 231 seggi vengono assegnati con il sistema maggioritario in altrettanti collegi uninominali (nei quali, quindi, viene eletto esclusivamente il candidato più votato), 386 invece con il sistema proporzionale.
A questi vanno poi aggiunti i 12 seggi degli italiani all’estero, eletti con il proporzionale, e quello uninominale della Valle d’Aosta, che essendo uno solo viene matematicamente assegnato con il sistema uninominale.
Stesso discorso per il Senato, dove 102 seggi vengono assegnati in altrettanti collegi uninominali, e i restanti 207 con il sistema proporzionale, mentre anche qui i sei senatori in rappresentanza degli italiani all’estero saranno eletti con il sistema proporzionale.
In entrambe le camere, dunque, il 36 per cento dei membri sarà eletto con il sistema maggioritario in collegi uninominali, mentre il rimanente 64 per cento con il proporzionale.