Legge contro l’omofobia: no secco della Lega. Ora il ddl è a rischio al Senato
Salvini ha chiesto di non esasperare i toni, ma Pillon minaccia: "Se qualcuno preferirà forzare su quello che ci separa, si prenderà la responsabilità di dividere la maggioranza"
Sono le resistenze della Lega a ostacolare l’iter al Senato della legge Zan contro l’omofobia, già approvata alla Camera lo scorso novembre. A confermarlo è il senatore leghista Simone Pillon, uno degli animatori del Family Day, a Repubblica. Il senatore sottolinea che “gli argomenti divisivi” vanno evitati, che di questa nuova legge non si sente il bisogno e che va tolta dal tavolo del Senato.
Il leader della Lega Matteo Salvini, dati gli equilibri in maggioranza, ha chiesto di non esasperare i toni, ma sulla legge contro l’omofobia Pillon minaccia: “Se qualcuno dei partiti che sostengono il governo preferirà forzare su quello che ci separa, anziché valorizzare quello che ci unisce, si prenderà la responsabilità di dividere la maggioranza, trasformando il lavoro parlamentare in una battaglia ideologica”.
Sembra quindi destinato a restare inascoltato l’appello lanciato pochi giorni fa dal dem Alessandro Zan, promotore del disegno di legge, che era intervenuto sul punto facendo riferimento all’aggressione omofoba avvenuta a Roma, nella stazione metro di Valle Aurelia, alla fine di febbraio. “Serve una legge, che esiste in tutti i paesi occidentali, e che l’Italia aspetta da 30 anni: siamo al sesto tentativo in parlamento”, aveva detto Zan.
Poi si era rivolto direttamente ai leader del Carroccio e di FdI: “Invito la Lega e il partito di Giorgia Meloni, che si sono giustamente indignati per quanto accaduto a Valle Aurelia, a riconsiderare le loro posizioni e non ostacolare l’approvazione di una legge di civiltà che non ha colore politico, ma serve alle vittime più vulnerabili, a chi è discriminato per la sua condizione personale e questo in un Paese civile non si può accettare”.
Il disegno di legge, approvato alla Camera lo scorso novembre, per il momento è chiuso in un cassetto di Palazzo Madama. Ma domani, martedì 30 marzo, il nodo arriverà al pettine. La scorsa settimana è stata annullata la riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Giustizia del Senato, guidata dal leghista, Andrea Ostellari, prevista per il 24 marzo, che doveva decidere quando ricominciare a discutere la legge Zan.
Il timore è che il ddl anti omofobia, sostenuto da Pd, 5Stelle, Italia Viva e Leu, finisca per impantanarsi, nonostante il segretario dem Enrico Letta abbia garantito che si andrà avanti. “La Lega dovrebbe sapere che il parlamento è sovrano e su questo non ci sono vincoli di maggioranza”, aveva commentato la senatrice Pd Monica Cirinnà, promotrice della legge sulle unioni civili in Italia, lo scorso 24 marzo, dopo l’ennesimo rinvio. “Si incardini il testo e si voti, con coraggio ognuno affronti le sue responsabilità. Gli italiani sapranno chi è a favore dei diritti e la protezione dei più fragili e chi contro”.
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