Il PD annuncia una nuova legge contro l’apologia e la propaganda fascista
Ne ha parlato in aula alla Camera il deputato Enrico Borghi
Pd, nuova legge contro apologia e propaganda fascista
Il Partito Democratico presenterà nuovamente una legge contro l’apologia e la propaganda nazifascista. Lo ha annunciato oggi, lunedì 8 giugno, nell’Aula della Camera dei Deputati Enrico Borghi esprimendo solidarietà al collega Emanuele Fiano, vittima da giorni di minacce anonime a sfondo antisemita.
Il Dem Borghi ha auspicato la piena condivisione di tutti i partiti rappresentati in Parlamento, perché qui – ha aggiunto l’onorevole Dem – “non è in discussione la libertà di qualcuno ma il diritto di ciascuno”. Sulla manifestazione di sabato scorso organizzata da gruppi di estrema destra, il deputato ha affermato nei prossimi giorni il PD presenterà anche una interrogazione per chiedere per quale motivo “sia stato possibile che Roma sia stata messa a ferro e fuoco da una minoranza facinorosa che ha messo a repentaglio la sicurezza di tutti e ha vergognosamente attaccato i giornalisti”.
Come da lui denunciato su Facebook due giorni fa, il deputato Fiano (figlio di uno dei più noti testimoni della Shoah, Nedo Fiano, sopravvissuto all’orrore del campo di concentramento di Auschwitz) ha ricevuto un’immagine di Hitler con una scritta ‘Nel forno!’. Oggi alla Camera all’avvio della seduta sono state pronunciate da tutti i gruppi parole di solidarietà nei confronti dell’esponente Dem e di condanna nei confronti dell’antisemitismo. Le minacce subite dall’onorevole Pd sono state al centro degli interventi dei rappresentati della Lega, di Forza Italia, di Fratelli d’Italia, del Movimento 5 stelle, di Italia viva, di Leu.
Già nel 2017 il Pd, con primo firmatario lo stesso Fiano, aveva presentato una legge che, oltre a configurare meglio il reato di apologia fascista, introduceva quello di propaganda del regime fascista e nazista. Se fosse stata approvata definitivamente, quella legge avrebbe – tra le altre cose – vietato di fare il saluto romano e vendere oggetti con slogan e immagini fasciste. Il provvedimento, tuttavia, andò a sbattere contro la fine della legislatura: quando il capo dello Stato, Sergio Mattarella, sciolse le camere, la nuova legge era stata approvata solo alla Camera. Tutto si risolse con un nulla di fatto.