Lega, 3 milioni di euro di fondi del partito spariti nel nulla tra il 2016 e il 2018
Tra il 2016 e il 2018, oltre 3 milioni di euro sono usciti dai conti della Lega, per finire – dopo diversi giri – nelle casse di alcune piccole società riconducibili a uomini del partito.
Così, mentre andava avanti l’indagine per truffa conclusa con il sequestro dei famosi 49 milioni della Lega (sulla quale TPI ha prodotto un’inchiesta esclusiva), per tre anni il partito guidato da Matteo Salvini ha fatto sparire nel nulla altri fondi, arrivati grazie alle donazioni dei sostenitori del Carroccio.
È questo il succo della nuova inchiesta del settimanale L’Espresso, in edicola domenica 28 aprile 2019.
Secondo quanto racconta il periodico, i 3 milioni di euro sarebbero confluiti nel conto corrente del tesoriere della Lega Giulio Centemero, dei commercialisti bergamaschi Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Ad accomunare i tre il loro ruolo nell’amministrazione dei conti del partito, oltre a quello di fondatori dell’associazione Più Voci, finita nell’occhio del ciclone per un presunto finanziamento di 250mila euro arrivato dal costruttore Luca Parnasi.
I 3 milioni sarebbero spariti dai conti di due partiti, “Lega per Salvini Premier” e “Lega Nord” e delle società da essi controllate, da Pontida Fin a Radio Padania. Tra i beneficiari dei bonifici anche alcuni collaboratori di Luca Morisi, l’uomo che cura i profili social di Salvini.
Movimenti sospetti di denaro, che confluivano sui conti di società appena costituite per finire poi nelle tasche dei collaboratori del Carroccio.
L’Espresso inoltre fa luce su un’altra operazione sospetta: l’acquisto per 800mila euro di un edificio in provincia di Milano da parte della Fondazione Lombardia Film Commission. Qualche mese prima, la stessa struttura era stata acquistata dalla società Andromeda per 400 mila euro.
Gli 800mila euro sono stati incassati, secondo il settimanale, da una società riconducibile ancora una volta alla Lega. Un acquisto, sottolinea il settimanale, iniziato quando a capo della fondazione c’era Alberto Di Rubba, uno dei tre commercialisti che avrebbero ricevuto parte dei 3 milioni spariti dai conti della Lega.