Laura Boldrini a TPI: “Il decreto sicurezza è una fabbrica di irregolari che serve solo alla propaganda di Salvini”
A poche ore dalla votazione sulla fiducia posta sul decreto sicurezza, Laura Boldrini, deputata ed ex presidente della Camera dei deputati, commenta a TPI il decreto che potrebbe essere approvato a Montecitorio
“Non c’è possibilità di rendere questo decreto minimamente accettabile, hanno impedito il dibattito, non vogliono confrontarsi, sanno bene che vanno anche a minare dei principi costituzionali perché questo decreto ha molti passaggi discriminatori e anticostituzionali, quindi loro hanno messo in piedi un sistema che non tutela nemmeno le libertà garantite dalla nostra costituzione”.
A poche ore dalla votazione sulla fiducia posta sul decreto sicurezza, Laura Boldrini, deputata ed ex presidente della Camera dei deputati, commenta a TPI il decreto che potrebbe essere approvato a Montecitorio.
Questo decreto presenta molti punti critici, la cosa più grave è che colpisce l’esperienza di integrazione dei richiedenti asilo e le persone che hanno la protezione internazionale. Attraverso questo decreto aumenteranno gli irregolari.
Potrei dire che questo non è un decreto sicurezza ma è una fabbrica di irregolari che serve al governo per la sua propaganda, è il decreto propaganda. L’obiettivo è dimostrare che non ci può essere nessuna convivenza civile, l’obiettivo è il caos, perché attraverso il caos i cittadini sono più disposti a cedere alcune delle proprie libertà, quindi questo ci porta verso un assetto illiberale.
Non c’è alcuna emergenza, tantomeno oggi, se osserviamo i numeri dello scorso anno e di oggi vediamo che c’è stata una drastica riduzione degli arrivi. È chiaro che non c’è nessun motivo di urgenza, c’è la volontà di strumentalizzare il concetto di sicurezza.
Ossia?
Il concetto di sicurezza è molto ampio e questo decreto lo riduce solo a un unico concetto: alla paura verso i migranti. Ma la sicurezza vuol dire tante cose: la sicurezza dalla criminalità organizzata, quella di non morire in un incidente sul lavoro, quella che chiedono i giovani per affrontare una vita che sia libera dalla precarietà. Sicurezza è potersi curare anche senza i mezzi economici, è vivere in un ambiente sano, e mandare i figli in scuole antisismiche, senza la paura che possano crollare. Ma tutto questo non viene in alcun modo affrontato dal governo.
L’unica cosa che affronta è la strumentalizzazione verso i migranti. Questo decreto mira al caos.
Molti centri potrebbero chiudere. Molte persone che ci lavorano perderanno il lavoro, perché lo Sprar viene di fatto depotenziato a vantaggio dei grandi centri. Grandi centri che sono più problematici e impattano più sul territorio e dove si creano più facilmente tensioni. Centri nella cui gestione in passato c’è stato un cattivo uso del denaro pubblico. Si va a prediligere una strada che ha molti ostacoli e che non dà nessuna garanzia.
Anche i 35 euro al giorno saranno tagliati. Per fermare l’uso criminoso del denaro pubblico la soluzione sono i tagli?
Un ministro che è leader di un partito che deve ai cittadini 49 milioni di euro come fa ad occuparsi di legalità e di un buon utilizzo dei soldi dei cittadini? Che garanzie può dare? In quale altro Paese un ministro che è leader di un partito che deve 49 milioni di euro ai cittadini potrebbe continuare a fare il ministro?
Sì ma Salvini in campagna elettorale ha detto cose che non sta facendo. “Seicentomila irregolari a casa” aveva detto, invece non sta facendo nulla. Per questo vuole distogliere l’attenzione dagli irregolari accanendosi contro le misure di integrazione. Salvini brancola nel buio. “Ne manderò a casa 100 al giorno”, chiediamo a Salvini quanti ne sono mandati a casa. Ha imbrogliato l’opinione pubblica e i suoi elettori, facendo lo sbruffone in tv. Non fa un accordo di riammissione. Benvenuto nella realtà: esci dallo slogan Salvini.
Perché quando va in Ghana non fa dirette Facebook? Perché torna con un pugno di mosche.