La Russa cita in Senato un cantautore postfascista per ricordare Gigi Riva
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha citato nell’aula di Palazzo Madama un cantautore vicino alla destra postfascista: Leo Valeriano, che tra gli anni Sessanta e Settanta compose alcune fra le canzoni più amate dai militanti del Movimento Sociale Italiano.
La Russa – che in quegli anni era un giovane dirigente del Msi – ha citato Valeriano oggi, durante la commemorazione di Gigi Riva nell’aula di Palazzo Madama.
“C’era una canzone – ha detto il presidente del Senato – il cui autore si chiamava Leo Valeriano, che parlava del coraggio di dire di no. Erano gli anni in cui era facile dire sì e questa canzone esaltava chi aveva il coraggio, a volte, di rifiutare i falsi miti della società”.
“Rombo di tuono era un grande uomo, che non aveva bisogno di tante parole. In Paradiso porta i suoi gol in Nazionale e la sua capacità di dire no”, ha sottolineato La Russa, riferendosi al grande rifiuto di Riva di lasciare il Cagliari per accettare una delle tante offerte ricevute nel corso degli anni da club più ricchi.
Leo Valeriano, che oggi ha 86 anni, è considerato uno dei pionieri della musica alternativa di destra. Nella sua carriera ha fatto anche cabaret, insieme a Pippo Franco, al Bagaglino. Nel 1971 il cantautore pubblicò il 45 giri “Bella bambina”, brano che diventò l’inno del gruppo dei Volontari Nazionali del Msi, a favore del comitato per Pino Rauti al Parlamento.
Tra i suoi successi c’è “La ballata dell’illusione”, dedicato a Benito Mussolini. Nel testo Valeriano canta: “Penzola lì nel vuoto quel crocefisso appeso per i piedi alla sua sorte di amare invano ed essere odiato tanto. Chi potrà mai vantarsi della sua morte?”.
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