Killer Nizza passato da Lampedusa, De Falco: “Falla creata da Salvini, ammetta con umiltà i propri errori”
L’attentatore che ha ucciso tre persone nella cattedrale di Nizza, nella strage consumatasi ieri giovedì 29 ottobre, è un 21enne tunisino arrivato in Francia da clandestino dopo essere sbarcato a Bari a bordo di una nave quarantena proveniente da Lampedusa, e da lì libero di andarsene nonostante il foglio di via ricevuto dalle autorità italiane. L’opposizione, con a capo Salvini, è immediatamente partita all’attacco. “Conte e Lamorgese hanno la responsabilità morale dell’attentato di Nizza” ha tuonato il leader leghista. Ma le cose stanno davvero così? Quali norme hanno stabilito che quel ragazzo avesse un semplice foglio di via? Noi di TPI ne abbiamo parlato con Gregorio De Falco, senatore fuoriuscito dal Movimento Cinque Stelle.
Va specificato che si tratta di uno di quegli arrivi autonomi, con i barchini. Le Ong, per una sorta di persecuzione amministrativa, sono tutte ferme. Da quegli arrivi mediati dalle Ong non è sceso nessun pericolo. E ce lo dice Salvini stesso, che altrimenti li avrebbe esibiti come trofei, prima in giunta, poi al Senato, adesso a Catania e prossimamente a Palermo. Che non ci sia stato nessuno sbarco di persone pericolose dalle Ong ce lo dice lui stesso. Che il percorso procedurale e normativo che queste persone devono compiere non consenta alle forze dell’ordine di tracciarle è altrettanto vero.
La falla c’è, ma bisogna capire chi l’ha creata. Quando si parla di decreto sicurezza 1, bisogna tornare con la mente a settembre-ottobre 2018, quando in pochi ma convinti dicevamo “attenzione, questo decreto crea maggiore insicurezza”: scaraventando nell’ombra decine di migliaia di persone, non consentirà di avere maggiore sicurezza, bensì di fare il gioco della propaganda becera di Salvini che gioca sulla paura della gente per creare maggiore insicurezza. Lasciando nella clandestinità centinaia di migliaia di persone non si è fatto altro che creare una normativa che crea criminalità, marginalità e devianza nella migliore delle ipotesi.
A questo punto Salvini con chi se la può prendere se non con sé stesso? Si guardi in faccia e ammetta con un gesto di nobile umiltà i propri errori.
Salvini chiede scusa ai francesi e poi dice che la responsabilità morale è di altri. Lui parte bene e finisce male come al solito. Deve chiedere scusa prima di tutto agli italiani e poi ai francesi. E poi stare zitto in costrizione. Non è che si può dire che la colpa è di qualcun altro. Le sue parole rivelano la sua meschinità.
Con la Tunisia ci sono degli accordi che non funzionano e che Di Maio e Lamorgese sono andati a rafforzare con altri soldi. Al momento 1/3 rimangono in un centro, un altro terzo è rimpatriato, ed 1/3 riceve il foglio di via, casualmente. Invece per tutti gli altri questo accordo non c’è. Chi ottiene il foglio di via rimane nella clandestinità e questa lungi dal garantire sicurezza.
Questa clandestinità si può tradurre in mera marginalità, ossia quelle persone che vediamo girare con fantasmi nelle nostre città – questo come elemento di propaganda della Lega – o si può tradurre in persone invasate che compiono questi atti. Ma chi ha scritto quelle norme dovrebbe interrogarsi.
Queste norme andavano cambiate subito, sono criminogene. Noi lasciamo per un anno e più norme criminogene? Anche chi è rimasto al governo, loro che sono sempre fermamente inchiodati alle loro sedioline devono dare risposte ai cittadini, devono dire come mai non abbiano capito la situazione. Qui davvero siamo nelle mani di un sistema organizzato di incompetenza che gestisce un sistema organizzato di inefficienza, come scriveva Ignacio De Loyola Brandanao (non il famoso gesuita ndr.) nel romanzo distopico “Non vedrai paese alcuno”.
Non essere intervenuti vuol dire perseverare nell’errore di Salvini. Il decreto sicurezza nuovo è migliorativo sotto certi aspetti però non si superano quei principi nefasti che sono stati inseriti. Stiamo sempre lì. Come si fa poi a reggere questa ipocrisia, moralmente.
La soluzione delle navi quarantena è un compromesso sulle norme. Sono state istituite quando Musumeci aveva arbitrariamente dato ordine ai prefetti di chiudere l’isola. Il Governo, debole come non mai, invece di rispondere in termini giuridici e di tenere fermo il punto, ha messo le navi quarantena, come a dire “te le porto fuori dal territorio della Sicilia”. Ci costa 4 volte di più. Non sono detenuti, bisogna integrarli e quelli che vanno espulsi farlo ma con effettività. Stiamo parlando di un problema senza voler affrontare le cause.
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