Il ritorno delle Sardine. Jasmine Cristallo a TPI: “Governo vergognoso sulla Libia. Non rifaremmo quella foto coi Benetton”
Uno dei punti di riferimento delle Sardine parla a TPI delle strategie del movimento: "Non ci interessa fare un partito. C'è un paese da ridisegnare, come dopo il fascismo. Bonaccini senza di noi in Emilia forse non avrebbe vinto"
Approfittando del forte nubifragio che ha colpito Palermo, Matteo Salvini non ha perso occasione per far pubblicare tweet e post di propaganda in cui ha attaccato il sindaco Orlando, che a suo dire penserebbe più ai migranti che ai suoi concittadini. Anche contro questi “metodi” comunicativi, nel 2019 è nato il movimento delle Sardine. Uno dei loro punti di riferimento è Jasmine Cristallo, 38 anni, calabrese, una figlia di 19 anni che si chiama Luce e un lungo percorso di attivismo dal basso per i diritti civili.
“Salvini continua a costruire muri in un tempo in cui sarebbe necessario costruire dei ponti. In questo momento storico quella strategia di comunicazione politica è molto più pericolosa che in passato – spiega a TPI – e questo perché la pandemia ha creato una crisi che si prospetta assai più grave di quella del 2008, una crisi che ha già prodotto uno strappo sociale. Oltre ai più poveri, che hanno visto aggravarsi le loro difficoltà, c’è una classe media che è stata di fatto declassata e questo mette a rischio la tenuta democratica del Paese”.
“Salvini utilizza quella che in sociologia viene chiamata ‘tecnica del dislocamento’: consiste nell’individuare il capro espiatorio, il nemico di turno. Una volta i nemici eravamo noi, ovvero gli ‘sporchi meridionali’ che insieme a ‘Roma ladrona’ toglievamo lavoro e ricchezza al nord; adesso quegli stessi stereotipi vengono utilizzati contro quei disgraziati che stanno emigrando a causa delle conseguenze delle nostre politiche nei loro Paesi d’origine. Io vengo da una regione, la Calabria governata da Joe Santelli, che sul sito istituzionale ha pubblicato il numero dei contagiati di Covid con un asterisco che sapeva tanto di stella di David e che riportava il numero dei migranti infetti. Il risultato di questi messaggi che vengono instillati è che ad Amantea abbiamo avuto delle persone che si sono sdraiate sulla strada per non far passare quelle persone. Il paradosso è che chi viene in Calabria dalle altre regioni italiane, anche dalle più colpite dal virus, non viene controllato”.
C’è chi pensa che grazie alle vostre piazze il centrosinistra guidato da Stefano Bonaccini abbia tenuto in un’Emilia-Romagna non più rossa, che grazie a voi molti delusi di sinistra che in quella tornata si sarebbero astenuti siano tornati alle urne.
Lo penso anche io, senza di noi probabilmente Bonaccini non ce l’avrebbe fatta ad essere rieletto, anzi sarebbe andato incontro a una brutta sconfitta. Devo dire, purtroppo, che non ha mostrato molta riconoscenza quando subito dopo si è detto pronto ad avere un ruolo nazionale, perché non ha capito che quella sua vittoria era figlia di tanti giovani che si erano spesi gratuitamente sul territorio per generosità nei confronti della loro nazione e del loro Paese. Della sua giunta ci piace molto Elly Schlein, lei è una di noi.
Il lockdown vi ha tenuto lontani dalle piazze e vi ha in qualche modo costretti a prendervi quello che avete definito un “momento di riflessione”. Su cosa avete riflettuto?
Come tutti, non solo in Italia, ci siamo trovati a vivere in un momento di spaesamento. Ne abbiamo approfittato per fare i conti con i ritmi forsennati che ci siamo trovati a dover gestire, ma non ci siamo fermati: c’è stata una raccolta fondi a favore della Protezione Civile della Lombardia, abbiamo donato diecimila mascherine, i ragazzi siciliani hanno fatto grandi cose per l’ospedale di Nuoro, molti di noi erano in prima linea per portare cibo, per fornire assistenza telefonica, o nelle corsie degli ospedali perché infermieri, medici o epidemiologi; come tutti gli italiani abbiamo fatto la nostra parte.
Si dice che questa sia la vostra “terza fase”, quella della maturità, che vi stiate dando un’organizzazione e delle regole. Diventate un partito o qualcosa del genere?
No, non è assolutamente nei nostri intenti. Quello che stiamo provando a fare, con grande umiltà, è creare una rete. Siamo stati in tante piazze, compresa quella del Black Lives Matter, dove abbiamo incontrato tantissimi giovani, ci siamo andati per cercare di mettere insieme esperienze diverse: dai nuovi italiani, alle associazioni che si occupano di sociale, di diritti, di ambiente, di economia sostenibile. Siamo stati a Roma, a piazza San Giovanni, a fianco di Aboubakar Soumahoro perché siamo convinti che l’iniziativa degli Stati Popolari sia da sostenere. Ci auguriamo che da questo possa nascere un fronte compatto e che si possa marciare insieme su quelli che sono i temi fondamentali. Siamo in una fase in cui saremo tutti chiamati a ridisegnare il Paese, in una condizione cui ci siamo trovati solo una volta nella storia, ovvero dopo il fascismo. Mi piacerebbe che ritrovassimo lo spirito di quelle ventuno donne che pur venendo da storie ed esperienze diverse, penso a Nilde Iotti e Tina Anselmi, riuscirono a marciare compatte sulle questioni fondamentali scritte nell’articolo 3 della Costituzione.
In una recente intervista su Avvenire, Santori ha detto che dopo la stagione della ‘guerriglia urbana’ non violenta, in cui seguivate Salvini città per città, la vostra sarà una guerra di posizione. Come la combatterete?
Partiremo a breve con un tour che ci è stato fortemente chiesto dai territori delle regioni che andranno al voto, c’è molto entusiasmo e questo è davvero bello, ma andremo anche nei luoghi in cui non si voterà. Il nostro primo obiettivo è quello di riportare fuori i corpi e di farlo nel rispetto delle necessarie misure di distanziamento sociale: ci sarà una carovana con poche macchine e con poche persone perché siamo nella piena consapevolezza che il virus non è scomparso e bisogna continuare a stare in guardia per tutelare l’altro ‘che ci guarda e ci riguarda’. Non sarà una campagna elettorale, perché non siamo candidati da nessuna parte, porteremo avanti la politica di prossimità.
Voi sardine vi posizionate nel campo largo del centrosinistra e alle prossime regionali appoggerete candidati molto diversi. Non sentite il bisogno di un contenitore, di una forza politica che abbia delle idee più nette sulle questioni che vi stanno più a cuore?
Sì, questo è indubbio, se non ci fosse stato un vuoto non saremmo mai scesi in piazza, ma non riteniamo che sia necessario creare un nuovo partito. Pensiamo che oggi sia importante raccontare che c’è un’altra Italia e vogliamo essere da pungolo con chi già c’è.
In mezzo al Mediterraneo ci sono i resti di un gommone con incastrato il corpo senza vita di un migrante: dal 29 giugno nessuno è andato a recuperarlo. Nel frattempo il Parlamento ha approvato il rifinanziamento alla Guardia Costiera Libica. Viste le defezioni, la maggioranza ha avuto bisogno del ‘soccorso nero’ della Lega. E i cosiddetti decreti sicurezza sono ancora lì. A cosa serve organizzare piazze e cercare e contrastare le idee di Salvini quando nelle aule, su questioni così importanti, chi dovrebbe opporsi a Salvini non lo fa?
Quello che è successo è vergognoso. Io mi sono spesa in prima persona per sostenere la posizione di quei parlamentari che si sono opposti sin da subito contro quegli accordi come Chiara Gribaudo e Sandro Ruotolo. Noi su questo abbiamo un confronto molto aspro con il Pd: nelle nostre piazze diciamo che i decreti Salvini vanno aboliti e che si doveva scorporare il rifinanziamento alla guardia costiera libica dalle altre missioni perché sappiamo bene che finanziare loro è come finanziare dei lager.
Che errori non rifareste tornando indietro?
La foto con Oliviero Toscani e Luciano Benetton. Il gruppo di Bologna era in visita a una realtà di ventenni interessati al legame tra creatività e tematiche politiche e non c’era da parte loro nessun endorsement verso tutta la vergogna che Benetton rappresenta non solo in Italia sulla questione Autostrade, ma anche fuori dal Paese dove non si fa problemi a partecipare al disboscamento di vaste aree di foreste. In quel caso siamo stati usati.
Nel 2022 sarà eletto il prossimo Presidente della Repubblica. Quale sarebbe il nome ideale per le Sardine?
Io vorrei un Mattarella bis. A noi Sardine Sergio Mattarella piace tantissimo. Ci piace Mattarella che dà la mano a Pahor davanti alla foiba di Basovizza, Mattarella che nel silenzio del lockdown sale da solo le scale dell’Altare della Patria. Se dovessi rappresentarlo con una carta dei tarocchi, Mattarella sarebbe la temperanza.