L’Italia resta fuori dai Mondiali. Dov’è finito l'”Effetto Draghi”?
Si prova una certa nostalgia nel rileggere oggi i giornali dell’estate scorsa, quando, fra Eurovision, Europei di calcio e Olimpiadi, l’Italia faceva incetta di medaglie. E fa sorridere l’estasi con cui certi giornali attribuivano allora gli incredibili successi azzurri al magico «Effetto Draghi». «Lui ha preparato il terreno, Roberto Mancini e i suoi ragazzi lo hanno calpestato da campioni», scriveva ad esempio Il Messaggero. Oppure Repubblica, che in quei giorni così carichi di beatitudine azzardava una riflessione: è «come se la contesa sportiva possa rappresentare quell’ambizione di centralità che l’ex banchiere non ha mai nascosto di voler affermare con il suo esecutivo».
Erano i mesi della luna di miele con il governo: i commentatori si lanciavano in previsioni come «Con Draghi lo spread Btp-Bund può scendere sotto i 50 punti» (Corriere della Sera). Bei tempi. Si prova nostalgia, dicevamo, nel rileggere quegli articoli oggi, raggelati come siamo per l’inattesa mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali di calcio e con lo spread che vola stabile sopra quota 150, per non dire dei disastri della guerra e delle conseguenze del caro-energia. Eppure questa volta a nessuno è venuto in mente di associare la disfatta sportiva al momentaccio politico-economico. Puff, l’«Effetto Draghi» è svanito: Super Mario o no, siamo tornati i poveracci di prima.
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