In Italia 30mila errori giudiziari in 30 anni: ci costano 29 milioni di euro
Oltre 36,9 milioni di euro. Potrebbe cominciare da questa cifra ogni ragionamento su un’ipotetica riforma della giustizia penale italiana. Tanto, infatti, ha pagato il nostro Paese nel solo 2020 di indennizzi per ingiusta detenzione. Una somma-monstre per 750 ordinanze di custodia cautelare poi rivelatesi infondate. Parliamo di poco meno di 50mila euro di risarcimento ad ordinanza. Ma qualcuno avrà pagato per tali errori? No.
I dati del ministero della Giustizia, guidato da Marta Cartabia, indicano che dal 2018 ad oggi sono state promosse 61 azioni contro pm, gip o gup, ma soltanto in quattro casi si è arrivati a una censura. Gli errori giudiziari, intanto, continuano. Dal 1991 al 2020 i casi complessivi sono 29.659, una spesa complessiva dello Stato gigantesca, tra indennizzi e risarcimenti veri e propri (seguenti, questi ultimi, a una revisione del processo dopo sentenza passata in giudicato): 869.754.850 euro, per una media appena superiore ai 28,9 milioni di euro l’anno.
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