L’intervista dell’AdnKronos al direttore di TPI Giulio Gambino sulla causa civile annunciata da Renzi
L’intervista dell’AdnKronos al direttore di TPI Giulio Gambino sulla causa civile annunciata da Renzi
“Stiamo valutando la possibilità di agire legalmente nei confronti di Renzi, perché riteniamo inaccettabile questa azione volta ad intimidire la libertà di stampa. Siamo dunque alla valutazione di tutti gli strumenti legali e giuridici previsti dalla normativa europea che ci permettano di rispondere a querele temerarie come questa”: così il direttore di TPI Giulio Gambino in un’intervista all’Adnkronos, in cui ha commentato la vicenda della causa civile nei confronti della nostra testata e del quotidiano la Stampa, annunciata da Matteo Renzi dopo la pubblicazione degli articoli che davano notizia del suo viaggio a Dubai. [Leggi anche: Querela Viva (di Giulio Gambino)]
Quella del senatore di Italia Viva sarebbe la seconda causa civile in meno di un anno: la prima volta aveva fatto causa al nostro giornale per 100mila euro. “Ogni volta che, a suo modo di vedere le cose, qualcuno dice qualcosa su di lui che gli sembra ingiusta lui agisce con questa modalità, una modalità inaccettabile”. Anche perché “le cause relative alle querele temerarie sono cause civili che durano anni, a volte decenni, prevedono delle spese molto ingenti e fanno perdere un sacco di soldi. Noi però stiamo resistendo e resistiamo”, ha affermato Gambino.
La vicenda ha però fatto emergere la solidarietà della comunità di lettori e colleghi nei confronti della nostra testata: “Abbiamo avuto tantissimi attestati di stima, di fiducia, inviti ad andare avanti”. Basti pensare che “sul nostro sito si possono fare delle donazioni, e in questi giorni abbiamo avuto un picco, che testimonia la vicinanza e la solidarietà”, ha aggiunto il direttore.
E qualcuno ha anche proposto di “fare una campagna con gli altri direttori (Massimo Giannini e Marco Travaglio, ndr), a sostegno del ddl Di Nicola (primo firmatario di un disegno di legge sulle querele temerarie, ndr)”. “Io non credo che in Italia non ci sia la libertà di stampa – ha concluso Gambino – Penso però che esista una tendenza a flirtare con certi conflitti di interessi. Questo è molto grave”.
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