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Home » Politica

Inchiesta Open, oggi il Senato vota su Renzi: “Sto preparando un intervento dei miei”

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Credit: Ansa

“Sto preparando un intervento dei miei, di quelli che restano. Farò tremare il Senato! Qua mi sa che a tanti non è chiara una cosa. Qualcuno, per esempio, crede che io voglia fuggire dal processo, ma questo non è affatto vero, anzi. Io non vedo l’ora che si celebri, questo processo. E non vedo l’ora di vincerlo, a costo di arrivare in Cassazione. Ma qua il tema è un altro: per calpestare me, si sta calpestando la Costituzione. E domani…”.

È previsto nel pomeriggio di oggi, martedì 22 febbraio, un voto sul conflitto di attribuzione per il caso della Fondazione Open, che vede coinvolto il leader di Italia Viva Matteo Renzi. Nelle scorse settimane la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari aveva dato il via libera a una relazione della senatrice di Forza Italia, Fiammetta Modena, con cui era stata sollevata la questione dinanzi alla Consulta contro i magistrati di Firenze che hanno condotto l’inchiesta.

Il primo round, quello nella Giunta delle immunità, l’ex presidente del Consiglio l’ha portato a casa senza sofferenze aritmetiche, confortato dai voti dell’intero centrodestra, dei suoi di Italia viva, dei centristi e dall’astensione di Pd, 5 Stelle e Leu. E a meno di colpi di scena dell’ultim’ora, che oggettivamente non s’intravedono neanche all’orizzonte, metterà in bacheca anche il voto dell’Aula, col Pd orientato a votare a suo favore e i Cinque Stelle contro (anche se non è escluso che il blocco del nuovo centrosinistra possa compattarsi all’ultimo secondo in una posizione di astensione, per evitare di dividersi).

L’intervento del Senato l’ha sollecitato Renzi stesso, convinto che alcune delle intercettazioni finite nelle carte dell’inchiesta rappresentino una palese violazione dell’articolo 68 della Costituzione, che prevede l’autorizzazione della Camera di appartenenza “per sottoporre i membri del Parlamento a intercettazioni, in qualsiasi forma, di conversazioni o comunicazioni e a sequestro di corrispondenza”.

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