Inceneritori, nucleare, sprechi d’acqua, smog: tutti i fallimenti di Cingolani
Rimozione delle tutele ambientali in nome della semplificazione. Pochi investimenti sulla rete idrica. E l’eterna tentazione di sviluppo del nucleare, vagheggiando una tecnologia che ancora non c’è, nonostante due referendum abbiano bocciato l’ipotesi. Era stato chiamato a guidare la transizione ecologica, per diventare il paladino della svolta green. Invece Roberto Cingolani si ritrova “sotto processo” proprio da parte degli ambientalisti. Tanto che per Europa Verde è diventato il ministro della «finzione ecologica», mentre per altri guida «l’involuzione energetica». In ogni caso la richiesta è chiara: le dimissioni. Con questa missione i Verdi hanno avviato una campagna, con tanto di petizione, e di manifestazioni di fronte alla Camera.Cosa viene imputato a Cingolani? Il ministro ha previsto una serie di “semplificazioni” per lo smaltimento di rifiuti. Per dirne una, ha dato la possibilità a chi ha un impianto di combustione, come cementifici e inceneritori, di bruciare i cosiddetti combustibili fossili secondari con una semplice dichiarazione, cancellando l’apposita autorizzazione precedentemente prevista. Questo per quanto riguarda il passato.
Per il futuro, invece, Cingolani continua ad accarezzare un progetto molto caro all’Eni: lo stoccaggio della CO2 al largo di Ravenna. Un modo per far rientrare dalla finestra quello che l’Europa ha già bocciato (la Commissione Ue ha infatti spiegato che non può finanziare quel piano). La classica goccia che fa traboccare il vaso è però il tema del nucleare, su cui il ministro si è sempre dimostrato aperturista. «Le nuove centrali saranno la soluzione per tutti i problemi», ha scandito. Con un tratto di penna ha quindi cancellato la volontà popolare di due referendum, con un’aggravante: quella tecnologia non è applicabile nel breve periodo. «Sul nucleare parla di macchine che non esistono, è come parlare della macchina del tempo. Si dimostra così il ministro dell’involuzione energetica», dice a TPI il deputato Giovanni Vianello, ex Movimento 5 Stelle ora con l’Alternativa. «A volte, poi, (Cingolani, ndr) mescola il nucleare di quarta generazione, che si basa sulla fissione, a quello da fusione. Ma in entrambi i casi si tratta di strumenti che non sono oggi a disposizione». In spregio alle critiche, peraltro, il ministro sta portando avanti l’impegno di far inserire il nucleare nella tassonomia dell’Unione europea, quella che indica le attività considerate sostenibili dal punto di vista ambientale. Cosa significa? «Se dovesse essere inserito davvero nella tassonomia, il nucleare finirebbe per drenare risorse alle fonti rinnovabili», prevede Vianello…
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