“Impingement” al posto di “Impeachment”: le ricerche degli italiani su Google
Da quando il Movimento Cinque Stelle ha proposto l’impeachment per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su Google sono in impennata le ricerche su cosa voglia dire questo termine mutuato dal linguaggio anglosassone.
La particolarità è che tra i trends di Google, cioè tra le parole più cercate, ci sono anche alcuni grandi e piccoli “errori”, come hanno notato alcuni utenti sui social e come ha segnalato Rivista Studio,
impeachement? impichment? impicment?
No, #impingement Mattarella. pic.twitter.com/sGjFg7C2r5— Luca Alagna (@ezekiel) 28 maggio 2018
Da “impichment” a “impicment”, passando per la forma più originale: “impingement”. Sono diversi gli errori che risultano nei trends, e che quindi sono stati cercati da più utenti.
Visto che la cosa si fa seria 😄 ho anche una possibile spiegazione al picco di #impingement: chi non conosce il termine ha digitato “impi” e il completamento di Google lo ha suggerito.
Qui la differenza tra “imp“ e “impi” (con browser pulito). pic.twitter.com/LqC6Hda23x— Luca Alagna (@ezekiel) 28 maggio 2018
Tra le forme più simpatiche anche la pronuncia letterale del vocabolo in italiano: “impicment”
Cos’è l’impeachment e come funziona
L’impeachment, che nell’ordinamento italiano sarebbe più giusto chiamare “messa in stato d’accusa del Capo dello Stato”, consiste in un processo contro il presidente della Repubblica per alto tradimento o attentato alla Costituzione.
Il termine impeachment è in realtà un istituto giuridico tipico del common law.
Nel sistema politico americano con la procedura di impeachment, disciplinata dalla Costituzione, è prevista per i giudici e per i componenti dell’esecutivo.
L’estensione del termine al di fuori dalla realtà politica americana infatti è tecnicamente impropria.
Nell’ordinamento italiano la messa in stato d’accusa del presidente della Repubblica è disciplinata dall’articolo 90 della Costituzione italiana che recita “Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri“.
L’ammissibilità della messa in stato d’accusa del Capo dello Stato è una prerogativa esclusiva del Parlamento, mentre invece la sentenza definitiva spetta alla Corte costituzionale.