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Ilaria Salis candidata alle Europee: “Se eletta va subito liberata”

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Ilaria Salis candidata alle Europee: “Se eletta va subito liberata”

“Ilaria Salis, se eletta, dovrà essere scarcerata. L’Ungheria non potrà impedirlo”. Lo spiega in un’intervista a La Repubblica la professoressa Marina Castellaneta, ordinaria di Diritto internazionale all’università di Bari. Secondo l’esperta di legislazione europea, la candidatura della 39enne monzese, detenuta da 13 mesi in Ungheria, non basterà per la scarcerazione. Il quadro per Salis cambierebbe nel caso in cui la candidatura, ufficializzata ieri dall’Alleanza Verdi/Sinistra italiana, andasse a buon fine.

“È importante ricordare il caso Vies e la sentenza della Grande sezione della Corte di giustizia dell’Unione europea del 19 dicembre 2019: gli eurogiudici hanno chiarito, rispetto a una persona, proclamata eletta al parlamento europeo mentre era sottoposta a una misura di custodia cautelare, che lo stato non può impedire al deputato eletto di partecipare alla sessione del parlamento europeo proprio perché beneficia dell’immunità”, ha detto Castellaneta.

Secondo le disposizioni attuali, un candidato eletto al parlamento europeo beneficerebbe immediatamente dell’immunità. Quindi se Budapest intendesse mantenere la detenzione, dovrebbe inviare a Strasburgo una richiesta di revoca dell’immunità, aprendo un contenzioso tra il parlamento europeo e l’Ungheria.

Non sarebbe il primo caso di un parlamentare eletto da detenuto. Nel 1984 Enzo Tortora venne rilasciato dopo aver vinto un seggio al parlamento europeo con 414.514 preferenze. Nel 2019 invece non è stato consentito all’indipendista catalno Oriol Junqueras di recarsi a Strasburgo a causa della sua mancata presenza alla cerimonia di giuramento degli eurodeputati eletti. Un requisito previsto  della legge spagnola ma non da quella italiana. Secondo la Corte di giustizia dell’Ue la Spagna avrebbe dovuto rilasciarlo perché godeva dell’immunità parlamentare.

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