A Napoli scene da guerriglia urbana contro il coprifuoco ma De Magistris è in tv: “Ma ora cosa devo fare?”
Guerriglia a Napoli | De Magistris resta in studio dall’Annunziata
A Napoli scene da guerriglia urbana contro il lockdown chiesto dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Ma il sindaco De Magistris, ospite su RaiTre a Titolo Quinto, è in tv che guarda: “Sindaco, ma non sarebbe meglio se lei andasse lì?”, lo incalza la giornalista Lucia Annunziata, ma il primo cittadino risponde: “Sì, posso pure andare, ma non è che posso andare dentro a uno scontro in questo momento, io starei un attimo più attento a capire che sta succedendo. Ma ora cosa devo fare?”. Il sindaco resta in studio mentre la città è allo sbando.
#demagistris sa gestire bene i tafferugli di #Napoli #TitoloQuinto #Campania pic.twitter.com/y8J6Dl1QSA
— Ste (@unpolunatico) October 23, 2020
I manifestanti scesi in piazza contro le restrizioni anti Covid, tutti con il volto coperto dalle mascherine, sono riusciti a superare lo sbarramento delle forze dell’ordine e ora in centinaia stanno lanciando petardi e accendendo fumogeni davanti al palazzo mentre le forze dell’ordine rispondono con un fitto lancio di lacrimogeni. Dal corteo anche bottiglie di vetro contro il muro degli agenti, un centinaio, in tenuta antisommossa. Uno dei razzi dei manifestanti è finito in mezzo ai curiosi che su via Santa Lucia assistevano alla scena. Nessun ferito.
Centinaia di persone sono scese in strada per protestare contro la chiusura di tutte le attività alle 23 imposta dalla Regione e l’annuncio del lockdown totale in regione da parte del presidente Vincenzo De Luca per almeno un mese per l’impennata dei contagi e la crisi nei posti letto degli ospedali, dopo i 2.280 positivi in più solo nella giornata di ieri. Prima nei vicoli del centro storico intorno all’università Orientale centinaia di persone hanno bloccato anche la circolazione pedonale. Il flash mob era stato rilanciato dai social e così da ogni parte del centro di Napoli gruppi di ragazzi e non solo si sono messi in marcia verso largo San Giovanni Maggiore e l’università Orientale di Napoli. Una diretta su Facebook incitava alla ribellione civile.
Un folto gruppo di persone si è staccato dal corteo e ha provato a forzare il blocco disposto dalle forze dell’ordine. I manifestanti hanno lanciato bottiglie, fumogeni, petardi e transenne, mentre gli agenti hanno risposto con lacrimogeni e cariche di alleggerimento. Alcuni cassonetti sono stati dati alle fiamme e alcuni rovesciati per strada. La troupe di SkyTg24 è stata inseguita e aggredita e si è dovuta allontanare, raggiungendo una camionetta della polizia. Molti gli assembramenti e le persone scese in strada senza mascherina. Dopo un momento di relativa calma, alcuni manifestanti hanno tentato nuovamente di raggiungere il palazzo della Regione al grido ‘libertà, libertà’, ma anche in questo caso sono stati allontanati dalle forze dell’ordine.
La tensione si è spostata sulla vicina via Cesario Console, ancora con scontri. Un ferito alla testa ma in maniera lieve tra le forze dell’ordine, ragazzi che lamentano contusioni tra i manifestanti. Tra le diverse anime scese in piazza, oltre a commercianti e ragazzi, anche ultrà della curva A dello stadio San Paolo, attivisti di centri sociali e movimenti come Identità insorgenti. Reale, come è già accaduto durante le proteste del 2002 e 208 contro le discariche e gli impianti di trattamento rifiuti, la possibile infiltrazione di frange della criminalità organizzata nelle proteste.