Salvini pronto ad andare a Mosca: “Non mi sostituisco a Draghi”. Ma il governo non ne sapeva niente
Matteo Salvini sarebbe pronto partire alla volta di Mosca per discutere della pace in Ucraina, come annunciato dalle agenzia venerdì sera con la sorpresa degli alleati di governo e dello stesso Carroccio. Il leader leghista non aveva avvisato nessuno del suo piano di svolgere una missione in Russia, né il premier Mario Draghi né il ministro dell’Interno Luigi Di Maio, né tantomeno il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E la trasferta – che sarebbe la seconda di un politico europeo nella capitale russa dopo quella del cancelliere austriaco Karl Nehammer da quando è cominciato il conflitto – secondo Repubblica avrebbe ottenuto l’OK dall’Ambasciata russa in Italia senza passare per la Farnesina, tramite la mediazione del partito di Putin, con cui la Lega aveva stretto una partnership in passato.
Nei giorni in cui il premier Mario Draghi ha sentito telefonicamente sia il presidente russo che quello ucraino per sbloccare la questione del grano e tentare di parlare di pace (anche se il primo ministro ha affermato di “non vedere spiragli” in questo senso), Salvini si inserirebbe nella mediazione che palazzo Chigi sta portando avanti con un’iniziativa personale. Pronto a vedere “i ministri di Putin“. “Dopo un lavoro di settimane e a tutti i livelli, ed ormai entrati nel quarto mese di guerra, si sta aprendo la possibilità di incontrare, per parlare di cessate il fuoco, forniture di grano e ritorno al dialogo, rappresentanti dei governi di Russia e Turchia, nonché rappresentanti di altri governi e istituzioni internazionali”, ha detto in serata l’ex ministro ai colleghi della Lega. Ma l’iniziativa presa in solitaria e non condivisa con nessun vertice di governo spiazza il premier e il Capo dello Stato – che non commentano – e potrebbe avere un impatto sull’opinione pubblica europea e internazionale, perché il segretario del Carroccio resta parte dell’esecutivo.
Eppure l’ex ministro ha affermato che sul viaggio non vi è nulla di certo e di non andare a Mosca “a nome del governo“. “Non sfido Draghi, semmai è un supporto. Mario Draghi ha chiamato Mosca, si è soffermato a lungo. È un ribadire, un aggiungere e rafforzare. Non mi sostituisco a niente e a nessuno”, ha detto oggi al programma Sabato Anch’io di Rai Radio 1. Dall’invasione russa soltanto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il cancelliere austriaco e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko – uno storico fedelissimo del Cremlino – hanno incontrato personalmente Vladimir Putin. Salvini da tempo aveva annunciato di essere disposto ad andare “a piedi a Mosca o Kiev” per portare avanti un’iniziativa di pace. Ma se l’intenzione non è quella di rappresentare il governo la missione risulta allora una nuova mossa di campagna elettorale.