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Tajani difende Zelensky: “Eletto e sostenuto dagli Usa, anche da Trump”. E non esclude l’invio di truppe italiane in Ucraina

Immagine di copertina
Credit: ZUMAPRESS.com / AGF

Per il vicepremier la querelle tra Washington e Kiev non è finita ma ora occorre "tenere i nervi saldi". "L'Italia potrebbe anche avere una presenza militare in Ucraina, però deve essere garantita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al fine di evitare contrapposizioni", ha aggiunto il vicepremier

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha “difeso” il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, definito ieri per ben due volte un “dittatore” dal presidente Usa, ricordando che il leader di Kiev “è stato eletto e sostenuto dagli Stati Uniti, anche dalla prima amministrazione Trump”, e non ha escluso l’invio di truppe di pace italiane in Ucraina, a patto che sia “garantita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.

“C’è qualche crepa nel rapporto tra Trump e Zelensky”, ha ammesso oggi il leader di Forza Italia ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24. “Le parole della nuova amministrazione Usa sono sempre forti”, ha aggiunto Tajani, precisando però che “è nel nostro interesse che la situazione si calmi e si arrivi alla pace”.

La “difesa” di Zelensky
Negli ultimi due giorni la diplomazia internazionale è rimasta scossa dallo scontro a distanza tra Trump e Zelensky, irritato per non essere stato invitato ai colloqui di Riad con la Russia. Di conseguenza il presidente Usa si era detto “deluso” dalla reazione di Kiev, accusando il governo ucraino di essere di fatto responsabile del conflitto per non aver raggiunto prima un accordo con Mosca.

Per tutta risposta, Zelensky aveva accusato il magnate repubblicano di vivere “in uno spazio di disinformazione” creato dal Cremlino. Così sui social Trump aveva definito il presidente ucraino un “dittatore senza elezioni” e un “comico mediocre” che è riuscito a ottenere centinaia di miliardi dagli Stati Uniti per “una guerra che non avrebbe mai vinto”, consigliando anche a Zelensky di “muoversi in fretta” altrimenti “non gli resterà più un Paese”.

“Si rifiuta di indire elezioni. È in calo nei veri sondaggi ucraini. Come puoi avere un alto indice di gradimento see ogni città viene demolita?”, ha poi aggiunto ieri il presidente Usa intervenendo a un evento promosso dai sauditi in Florida. Uno scontro che capovolge completamente non solo narrazione ma l’intera politica estera statunitense degli ultimi tre anni.

“Non soffermiamoci sulle parole”, ha dichiarato il responsabile della Farnesina. “Non è un linguaggio che ci appartiene”, ha proseguito Tajani, secondo cui occorre “tenere i nervi saldi” perché la querelle evidentemente non è finita. “Schermaglie ci sono e ci saranno”, ha continuato il vicepremier. “Trump ha usato parole dure probabilmente perché non ha gradito la reazione di Zelensky all’incontro Usa-Russia in Arabia Saudita ma non facciamoci prendere dalla cronaca”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha ricordato il ministro degli Esteri, “è stato eletto e sempre sostenuto dagli americani”. “Era sostenuto anche dall’amministrazione Trump”, ha aggiunto Tajani. “Io ricordo che fu la prima amministrazione Trump a portare Zelensky in Europa attraverso l’ambasciata a Bruxelles”. “Non so i motivi che hanno portato Trump a parole così dure. Probabilmente non ha gradito la reazione di Zelensky all’incontro che c’è stato in Arabia Saudita tra americani e russi”, ha continuato il leader di Forza Italia.

Truppe italiane in Ucraina? Solo su mandato Onu
Ora però, secondo il vicepremier Tajani, bisogna andare oltre lo scontro verbale e “lavorare per raggiungere l’obiettivo, che è quello della pace”. Per il futuro poi il ministro degli Esteri non ha escluso lo schieramento di forze di pace in Ucraina, anche italiane. Ma, ha precisato, sarebbe meglio se si trattasse di Caschi blu inviati sul campo con un mandato dell’Onu. “Io credo che sarebbe meglio avere, qualora si decidesse di avere una forza di peacekeeping, una forza delle Nazioni Unite garantita dal Consiglio di sicurezza Onu in modo da poter veramente garantire una forza di interposizione tra Ucraina e Russia”, ha aggiunto il ministro degli Esteri, rispondendo al piano presentato dal premier britannico Keir Starmer, che prevede l’invio di circa 30mila truppe europee per mantenere un eventuale cessate il fuoco mediato dagli Usa con Mosca.

“In questo caso, se ci fossero forze europee sarebbe una presa di posizione in difesa dell’Ucraina. Io credo che sarebbe meglio avere un’area neutra”, ha sottolineato Tajani. “L’Italia potrebbe anche avere una presenza militare, però deve essere garantita dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al fine di evitare contrapposizioni”, ha aggiunto il vicepremier. “In una zona cuscinetto, 30mila uomini sono pochi: ne servono almeno 200mila”.

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