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Rifinanziamento Guardia costiera libica, 23 dissidenti Pd e LeU votano contro il governo

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Credit: Ansa

IV e LeU non partecipano alla votazione, mentre la Lega appoggia la maggioranza. Voci contrastanti nel PD: Barbara Pollastrini, Giuditta Pini e Matteo Orfini spiegano il dissenso dal gruppo

“Ho votato no al rinnovo del finanziamento alla Guardia Costiera libica. Mi è spiaciuto esprimere un voto in dissenso dal Governo e dal gruppo PD”, così Barbara Pollastrini, deputata Dem, ha espresso la sua contrarietà alla decisione assunta questa mattina dal Parlamento. Italia Viva e LeU hanno scelto di non partecipare al voto. La Lega, invece, ha votato insieme alla maggioranza, quindi la votazione si è conclusa con 401 favorevoli, 23 contrari e un’astensione.

“Ci ho pensato, so che in politica estera le soluzioni sono complicate. Ma in me ha prevalso una convinzione profonda: non sono possibili trattative con i torturatori e gli schiavisti di veri e propri campi di sterminio. Spero che l’Europa democratica maturi rapidamente una svolta e rimetta al centro i diritti umani e la dignità di ogni persona”, ha aggiunto Pollastrini, motivando la sua scelta.

Ha votato in dissenso col proprio gruppo anche Matteo Orfini: “Qualche anno fa avremmo potuto fare finta di non sapere. Oggi no, oggi sappiamo che dire Guardia costiera libica vuol dire traffico di esseri umani, stupri, torture, omicidi. Finanziarla significa finanziare chi uccide, chi stupra, chi tortura. Lo dico al mio gruppo. Farlo dicendo in una risoluzione che chiederemo loro di comportarsi bene, non è riformismo, è solo una gigantesca e un pò offensiva ipocrisia. Rimanere in Libia va bene. Ma per risolvere i problemi non per armare chi quei problemi li crea. Per difendere i più deboli non chi li tortura”, ha detto in aula.

Tra i deputati del PD che si sono espressi contro il rifinanziamento c’è anche Giuditta Pini, che spiega: “Lo ha votato anche la maggioranza del gruppo del PD, nonostante l’assemblea del partito avesse espressamente dato parere contrario al rinnovo degli accordi con la Libia. Io ho rispettato il volere dell’assemblea e le richieste dell’ONU e ho votato no”.

A chiedere un cambio di rotta era stata anche Oxfam, organizzazione umanitaria che da oltre 70 anni interviene nelle zone del mondo più a rischio come, appunto, la Libia: “L’Italia dimostri umanità e una visione lungimirante nella gestione del fenomeno migratorio, non autorizzando le missioni internazionali a sostegno delle autorità libiche e della Guardia costiera, che solo a giugno ha intercettato 1.500 disperati, riportandoli in un Paese dove uomini, donne e bambini sono detenuti in condizioni disumane ed esposti alla pandemia da Covid-19″, recitava un appello che tuttavia non ha modificato gli orientamenti.

“Da tre anni denunciamo, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, gli orrori dei lager libici che avvengono con la connivenza e il finanziamento italiano – ha detto in merito Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Eppure il Governo aumenta le risorse (47,2 nel 2017, 51,3 nel 2018, 56,3 nel 2019 e 58,3 del 2020) a favore delle autorità libiche e della Guardia costiera che da molte inchieste risulta direttamente collegata al traffico di esseri umani. Una vergogna che si ripete, dato che il testo proposto al voto della Camera è una sorta di copia-incolla rispetto a quello degli ultimi anni, nella totale assenza di notizie sui reali contenuti delle modifiche all’accordo richieste dal nostro Governo lo scorso novembre e dopo la recente visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Tripoli. Facciamo appello alle forze di maggioranza e in particolare al Partito Democratico – che lo scorso anno ha disertato Montecitorio al momento della votazione sulle missioni in Libia e che nella sua Assemblea di febbraio ha espresso all’unanimità la necessità di una radicale revisione dell’accordo – a mostrare un sussulto di umanità, non autorizzando gli stanziamenti previsti per quest’anno e votando una delle risoluzioni che saranno presentate da parlamentari che hanno a cuore i diritti umani”.

Le divisioni in seno alla maggioranza vengono sottolineate da Roberto Paolo Ferrari, capogruppo della Lega in commissione Difesa: “Ancora una volta la maggioranza si spacca sull’autorizzazione alle missioni militari internazionali. Viene certificata la dissoluzione della maggioranza in politica estera e di difesa. Da Boldrini, Orfini, Fratoianni, Palazzotto e soci uno spettacolo ideologico indegno e irrispettoso per i nostri militari impegnati sul campo a rischio della propria vita. Lor signori siano coerenti”.

Leggi anche: [Retroscena] – Nel Pd è saltato l’asse Zingaretti-Franceschini: ora il governo rischia davvero (di Luca Telese)
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