Gualtieri al TPI Fest: “Zingaretti mi chiese di candidarmi a Sindaco già lo scorso autunno”
La rivelazione del candidato Sindaco del centrosinistra sul palco di Sabaudia: "All'epoca rifiutai l'offerta perché ero ministro"
La confessione di Roberto Gualtieri al TPI Fest! di Sabaudia. L’ex ministro dell’Economia, nel corso dell’intervista al direttore di TPI Giulio Gambino, ha rivelato che lo scorso autunno Nicola Zingaretti, all’epoca segretario del PD, gli chiese di candidarsi a sindaco di Roma. “In quel momento però rifiutai – ha spiegato Gualtieri sul palco di Sabaudia – poiché ero impegnato come ministro”.
Gualtieri chiarisce così alcuni aspetti dell’ingarbugliata vicenda che ha riguardato la scelta, da parte del PD, del candidato sindaco nella capitale. Per mesi, prima dell’ufficializzazione della candidatura di Gualtieri, si sono rincorse numerose voci, tra cui quella che voleva il pressing di tutto il PD su Zingaretti affinché fosse lui a candidarsi.
Ora però emerge come lo stesso Zingaretti, già diversi mesi fa, auspicasse proprio una candidatura dell’ex ministro dell’Economia a Roma. Un’offerta inizialmente declinata da Gualtieri, allora ministro, e che si è poi successivamente concretizzata.
Nel corso dell’intervista al direttore di TPI Giulio Gambino, Gualtieri ha affrontato molti temi che riguardano Roma e la corsa al Campidoglio, non lesinando alcuni duri attacchi, in primis a Virginia Raggi: “È inguardabile. Nei partiti può andarti bene o male, in questo caso con Raggi è andata male al M5S, a elettori e cittadini di Roma che si sono trovati con un sindaco non all’altezza delle aspettative. Riteniamo che l’attuale giunta a Roma debba andare a casa. Mentre la sindaca Raggi va a magnificare piccoli interventi che a Roma si chiamano le romanelle, botte di cemento su buca che dopo pochi mesi torna come prima. È vero gira come una trottola, ma preferirei che fosse al Campidoglio a governare i servizi che in campagna elettorale permanente”.
“Mi chiede se farò il vicesindaco nel caso in cui rivinca Virginia Raggi? La risposta è no ma – ha aggiunto Gualtieri sul palco di Sabaudia – gli apparentamenti che sono una forma tecnica di costruire una coalizione. Al secondo turno diversamente dal primo non funzionano perché non è quello l’elemento che convince elettori.”.